Musica. Zecchino d’Oro, vince “La rosa e il bambino”

da Avvenire

I comici Gigi & Ross con Cristina D'Avena e Francesca Fialdini al 61 Zecchino d'Oro

I comici Gigi & Ross con Cristina D’Avena e Francesca Fialdini al 61 Zecchino d’Oro

E’ La rosa e il bambino la canzone vincitrice del 61° Zecchino d’Oro, interpretata da Marina Galasso e Alyssia Palombo, scritta da Mario Gardini e Giuseppe De Rosa che narra di una antica leggenda. Premio Zecchino d’Oro per la scuola, votato da 200 insegnanti, a Meraviglioso è, mentre il brano più votato dal web è stato La cicala latina.

I conduttori, Francesca Fialdini e Gigi & Ross, sono stati affiancati nella finale di oggi dall’Antoniano di Bologna in diretta su Rai 1 alle 16,40 da una giuria di esperti, composta dal direttore artistico Carlo Conti, Cristina D’Avena, Micaela Ramazzotti e Bianca Atzei, che assieme a una giuria di bambini hanno decretato il brano vincitore. Ben 12 le canzoni in gara eseguite dai 16 solisti accompagnati dal Piccolo Coro “Mariele Ventre” dell’Antoniano, diretto da Sabrina Simoni. Tra gli ospiti anche una bambina proveniente dalla Siria che ha cantato per la pace un vecchio brano dello Zecchino, È la terra luna. «Noi bambini abbiamo di Aleppo sofferto tanto durante la guerra – ha detto la piccola Gestilia –, abbiamo avuto tanta paura. Oggi porto un messaggio d’amore e un sorriso per tutti voi che ci aiutate. Chiediamo che cessino tutte le guerre». Le canzoni dello Zecchino sono state votate anche da una giuria di bambini di Aleppo.

Fra Giampaolo Cavalli direttore dell'Antoniano di Bologna lancia 'Operazione pane'

Fra Giampaolo Cavalli direttore dell’Antoniano di Bologna lancia “Operazione pane”

E anche per la Siria, quest’anno, è stata promossa l’“Operazione Pane” che punta a sostenere le mense francescane in Italia e oggi una realtà francescana di Aleppo e garantire pasti alle famiglie vittime del conflitto. Sino a ieri 105mila sono stati . Il numero da chiamare fino al 15 dicembre per contribuire è 45588. La vicinanza di Antoniano alla Siria, in collaborazione con Unhcr, Ministero dell’Interno, Asp Città di Bologna e Sprar, ha fatto sì che dal 29 novembre una famiglia siriana composta da padre, madre e 2 bambini, arrivata in Italia attraverso un corridoio umanitario che ha garantito loro un percorso migratorio sicuro, sia stata ospitata in un appartamento di Antoniano messo a disposizione grazie alla mediazione di don Matteo Zuppi Arcivescovo di Bologna. Lo ha annunciato in diretta fra’ Giampaolo Cavalli, direttore dell’Antoniano. Appuntamento, poi, venerdì 14 dicembre su Rai 1 in prima serata col lo speciale Un Natale d’oro Zecchino da Carlo Conti con molti ospiti accompagnati dal Piccolo Coro Mariele Ventre.

Verso il Natale. Inizia l’Avvento. Come vivere il tempo dell’attesa

L'albero di Natale di fronte alla Basilica Vaticana in piazza San Pietro negli anni scorsi (foto Ansa)

da Avvenire

Inizia domenica 2 dicembre 2018 l’Avvento, il tempo forte dell’Anno liturgico che prepara al Natale. La prima domenica di Avvento apre il nuovo Anno liturgico. Quattro sono le domeniche di Avvento nel rito romano, mentre nel rito ambrosiano sono sei e infatti l’Avvento è già cominciato domenica 18 novembre. Si tratta di un «tempo che ci è dato per accogliere il Signore che ci viene incontro, anche per verificare il nostro desiderio di Dio, per guardare avanti e prepararci al ritorno di Cristo», aveva spiegato lo scorso anno papa Francesco nel suo primo Angelus d’Avvento in piazza San Pietro. E la domenica successiva, sempre all’Angelus, aveva chiarito che «è un tempo per riconoscere i vuoti da colmare nella nostra vita, per spianare le asperità dell’orgoglio e fare spazio a Gesù che viene».

'Gli Antenati di Cristo' di Michelangelo nella Cappella Sistina

“Gli Antenati di Cristo” di Michelangelo nella Cappella Sistina

La liturgia

L’Avvento inizia con i primi Vespri della prima Domenica di Avvento e termina prima dei primi Vespri di Natale. Il colore dei paramenti liturgici indossati dal sacerdote è il viola; nella terza domenica di Avvento (ossia, la domenica Guadete) facoltativamente si può usare il rosa, a rappresentare la gioia per la venuta di Cristo. Nella celebrazione eucaristica non viene recitato il Gloria, in maniera che esso risuoni più vivo nella Messa della notte per la Natività del Signore.

Papa Francesco con la casula viola durante il tempo di Avvento (foto L'Osservatore Romano)

Papa Francesco con la casula viola durante il tempo di Avvento (foto L’Osservatore Romano)

I nomi tradizionali delle domeniche di Avvento sono tratti dalle prime parole dell’Antifona di ingresso alla Messa. La prima domenica è detta del Ad te levavi («A te elevo», Salmo 25); la seconda domenica è chiamata delPopulus Sion («Popolo di Sion», Isaia 30,19.30); la terza domenica è quella del Gaudete («Rallegratevi», Filippesi 4,4.5); la quarta domenica è quella del Rorate («Stillate», Isaia 45,8).

L’origine dell’Avvento

Il termine Avvento deriva dalla parola “venuta”, in latino adventus. Il vocabolo adventus può tradursi con “presenza”, “arrivo”, “venuta”. Nel linguaggio del mondo antico era un termine tecnico utilizzato per indicare l’arrivo di un funzionario, la visita del re o dell’imperatore in una provincia. Ma poteva indicare anche la venuta della divinità, che esce dal suo nascondimento per manifestarsi con potenza, o che viene celebrata presente nel culto.

I cristiani adottarono la parola Avvento per esprimere la loro relazione con Cristo: Gesù è il Re, entrato in questa povera “provincia” denominata terra per rendere visita a tutti; alla festa del suo avvento fa partecipare quanti credono in Lui. Con la parola adventus si intendeva sostanzialmente dire: Dio è qui, non si è ritirato dal mondo, non ci ha lasciati soli. Anche se non lo possiamo vedere e toccare come avviene con le realtà sensibili, Egli è qui e viene a visitarci in molteplici modi.

Il tempo dell’attesa, della conversione e della speranza

L’Avvento è «tempo di attesa, di conversione, di speranza», come spiega Direttorio su pietà popolare e liturgia. È il tempo dell’attesa della venuta di Dio che viene celebrata nei suoi due momenti: la prima parte del tempo di Avvento invita a risvegliare l’attesa del ritorno glorioso di Cristo; poi, avvicinandosi il Natale, la seconda parte dell’Avvento rimanda al mistero dell’Incarnazione e chiama ad accogliere il Verbo fatto uomo per la salvezza di tutti. Ciò è spiegato nel primo Prefazio di Avvento, ossia la preghiera che “apre” la liturgia eucaristica all’interno della Messa dopo l’Offertorio. In essa si sottolinea che il Signore «al suo primo avvento nell’umiltà della nostra natura umana, portò a compimento la promessa antica, e ci aprì la via dell’eterna salvezza». E poi si aggiunge: «Verrà di nuovo nello splendore della gloria, e ci chiamerà a possedere il regno promesso che ora osiamo sperare vigilanti nell’attesa».

'L'albero di Jesse' nella Cattedrale di Worms in Germania

“L’albero di Jesse” nella Cattedrale di Worms in Germania

L’Avvento è poi tempo di conversione, alla quale la liturgia di questo momento forte invita con la voce dei profeti e soprattutto di Giovanni Battista: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino» (Matteo 3, 2). Infine è il tempo della speranza gioiosa che la salvezza già operata da e le realtà di grazia già presenti nel mondo giungano alla loro maturazione e pienezza, per cui la promessa si tramuterà in possesso, la fede in visione, e «noi saremo simili a lui e lo vedremo così come egli è» (1 Giovanni 3, 2).

Le letture dell’Avvento

Le letture – nel 2018 vengono seguite quelle dell’Anno C con il Vangelo di Luca – testimoniano questa suddivisione dell’Avvento. Nella prima domenica di Avvento – 2 dicembre – il Vangelo (Luca 21,25-28.34-36) descrive «il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria» e ricorda che «la vostra liberazione è vicina». Nella seconda domenica di Avvento – 9 dicembre – il Vangelo (Luca 3,1-6) ha al centro Giovanni Battista che predica «un Battesimo di conversione» ed è «voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore». Nella terza domenica di Avvento – 16 dicembre – il Vangelo (Luca 3,10-18) si sofferma ancora sul Battista che spiega: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali». Infine il Vangelo dell’ultima domenica di Avvento (Luca 1,39-45) – 23 dicembre – è quello dell’incontro fra Maria ed Elisabetta che si rivolge alla Vergine con queste parole: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?».

'La Predica del Battista' di Raffaello Sanzio alla National Gallery di Londra

“La Predica del Battista” di Raffaello Sanzio alla National Gallery di Londra

Maria, icona dell’Avvento

Nei ritmi dell’anno liturgico l’Avvento è il tempo mariano per eccellenza. Lo ricorda chiaramente Paolo VI nel paragrafo 4 della Marialis Cultus: «In tal modo i fedeli, che vivono con la Liturgia lo spirito dell’Avvento, considerando l’ineffabile amore con cui la Vergine Madre attese il Figlio,sono invitati ad assumerla come modello e a prepararsi per andare incontro al Salvatore che viene, vigilanti nella preghiera, esultanti nella sua lode». Il tempo dell’Avvento ha quindi come icona quella della Vergine. Papa Francesco ha sottolineato che «Maria è la “via” che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo» ed è «colei che ha reso possibile l’incarnazione del Figlio di Dio, “la rivelazione del mistero, avvolto nel silenzio per secoli eterni” (Romani 16,25)» grazie «al suo “sì” umile e coraggioso». La presenza della Solennità dell’Immacolata Concezione – 8 dicembre – fa parte del mistero che l’Avvento celebra: Maria è il prototipo dell’umanità redenta, il frutto più eccelso della venuta redentiva di Cristo. E in questo tempo forte la figura della Vergine viene presentata come l’icona dell’attesa fiduciosa e vigilante, della disponibilità attenta e concreta al mistero di Dio.

'La Madonna del parto' di Piero della Francesco a Monterchi (Arezzo)

“La Madonna del parto” di Piero della Francesco a Monterchi (Arezzo)

I Domenica Avvento (ANNO C) Foglietto, Letture e Salmo

 I DOMENICA Avvento (ANNO C)

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Viola

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Il Vangelo di Luca è indirizzato ai cristiani della sua epoca ma anche a quelli di tutti i tempi, che devono vivere nella fede del Signore in mezzo al mondo. Sono parole di consolazione e di speranza, di fronte alle tribolazioni e alle tristezze della vita.
Gli stessi avvenimenti che disorientano gli uomini saranno per i cristiani il segno che l’ora della salvezza si avvicina. Dietro tutte le peripezie, per quanto dolorose possano essere, essi potranno scoprire il Signore che annuncia la sua venuta, la sua redenzione, e l’inizio di una nuova era.
La venuta del Signore non è considerata come una cosa vicina nel tempo. I cristiani devono pensare che la storia duri a lungo, fino alla creazione definitiva del Regno di Dio. È necessario dunque che essi abbiano un’attitudine paziente di fronte alle avversità, e perseverante nel cammino che li conduce alla vita piena.
Così, il vangelo mette in guardia contro il pericolo di rilassarsi nel quotidiano. Bisogna restare vigili, in preghiera, e chiedere forza, perché ogni affanno terreno smussa i cuori, distrae il pensiero e impedisce di vivere, senza angoscia né sorpresa, l’attesa gioiosa del Signore che è misericordia e vita nuova.