Papa Francesco chiede scusa ai giovani che la Chiesa non ha saputo ascoltare. Poi sintetizza il Sinodo: basta dottrinalismo che allontana chi non è dei nostri. Non maestri di tutti ma testimoni dell’amore che salva

“La fede passa per la vita. Quando la fede si concentra puramente sulle formulazioni dottrinali, rischia di parlare solo alla testa, senza toccare il cuore. E quando si concentra solo sul fare, rischia di diventare moralismo e di ridursi al sociale”. Lo ha affermato Papa Francesco nell’omelia della messa conclusiva del Sinodo sui giovani, celebrata in San Pietro con 250 vescovi di tutto il mondo. “Vorrei dire ai giovani, a nome di tutti noi adulti: scusateci se spesso non vi abbiamo dato ascolto; se, anziché aprirvi il cuore, vi abbiamo riempito le orecchie. Come Chiesa di Gesù desideriamo metterci in vostro ascolto con amore, certi di due cose: che la vostra vita è preziosa per Dio, perché Dio è giovane e ama i giovani; e che la vostra vita è preziosa anche per noi, anzi necessaria per andare avanti”, ha esordito il Papa.

“Non possiamo essere dottrinalisti o attivisti; siamo chiamati – ha scandito Francesco rivolto ai vescovi che ieri hanno votato a larga maggioranza il documento conclusivo, facendo passare però per pochi voti il passaggio sull’accoglienza pastorale agli omosessuali – a portare avanti l’opera di Dio al modo di Dio, nella prossimità: stretti a Lui, in comunione tra noi, vicini ai fratelli. Prossimità: ecco il segreto per trasmettere il cuore della fede, non qualche aspetto secondario. Farsi prossimi è portare la novità di Dio nella vita del fratello, è l’antidoto contro la tentazione delle ricette pronte”. “Chiediamoci – ha esortato il Papa – se siamo cristiani capaci di diventare prossimi, di uscire dai nostri circoli per abbracciare quelli che ‘non sono dei nostri’ e che Dio ardentemente cerca. C’è sempre quella tentazione che ricorre tante volte nella Scrittura: lavarsi le mani”. “Lavarsi le mani – ha spiegato – è quello che fa la folla nel Vangelo di oggi, è quello che fece Caino con Abele, è quello che farà Pilato con Gesù. Noi invece vogliamo imitare Gesù, e come lui sporcarci le mani”, come Gesù che “si è sporcato le mani per ciascuno di noi, e guardando la croce ripartiamo da lì, dal ricordarci che Dio si è fatto mio prossimo nel peccato e nella morte. Si è fatto mio prossimo: tutto comincia da lì. E quando per amore suo anche noi ci facciamo prossimi diventiamo portatori di vita nuova: non maestri di tutti, non esperti del sacro, ma testimoni dell’amore che salva”.

“Non è cristiano – ha osservato Francesco – aspettare che i fratelli in ricerca bussino alle nostre porte; dovremo andare da loro, non portando noi stessi, ma Gesù. Egli ci manda, come quei discepoli, a incoraggiare e rialzare nel suo nome. Ci manda a dire ad ognuno: ‘Dio ti chiede di lasciarti amare da Lui’. Quante volte, invece di questo liberante messaggio di salvezza, abbiamo portato noi stessi, le nostre ‘ricette’, le nostre ‘etichette’ nella Chiesa! Quante volte, anziché fare nostre le parole del Signore, abbiamo spacciato per parola sua le nostre idee! Quante volte la gente sente più il peso delle nostre istituzioni che la presenza amica di Gesù!”.

“Allora – ha lamentato il Papa – passiamo per una ONG, per una organizzazione parastatale, non per la comunità dei salvati che vivono la gioia del Signore”.” Ascoltare, farsi prossimi, testimoniare”, ha suggerito, ricordando che “il cammino di fede nel Vangelo termina in modo bello e sorprendente, con Gesù che dice: ‘Va’, la tua fede ti ha salvato’”, al cieco nato Bartimeo che non gli ha chiesto altro che essere amato finalmente, dopo essere stato abbandonato da tutti fin dalla nascita. “Non ha fatto professioni di fede, non ha compiuto alcuna opera; ha solo chiesto pietà. Sentirsi bisognosi di salvezza è l’inizio della fede. È la via diretta per incontrare Gesù. La fede che ha salvato Bartimeo non stava nelle sue idee chiare su Dio, ma nel cercarlo, nel volerlo incontrare. La fede è questione di incontro, non di teoria”, ha sintetizzato Bergoglio. “Nell’incontro – ha assicurato il Pontefice – Gesù passa, nell’incontro palpita il cuore della Chiesa. Allora non le nostre prediche, ma la testimonianza della nostra vita sarà efficace”. “A tutti voi che avete partecipato a questo ‘camminare insieme’, dico grazie – ha poi concluso – per la vostra testimonianza. Abbiamo lavorato in comunione e con franchezza, col desiderio di servire Dio e il suo popolo. Il Signore benedica i nostri passi, perché possiamo ascoltare i giovani, farci prossimi e testimoniare loro la gioia della nostra vita: Gesù”.

farodiroma.it

Primo incontro Gruppi Catechismo 2018/2019, Santa Messa e mandato ai catechisti Domenica 28 Ottobre 2018

I gruppi di catechesi dalla seconda elementare alla terza media si ritroveranno oggi alle ore 10 in Santo Stefano a Reggio Emilia per il primo incontro del nuovo Anno Pastorale. Insieme alle famiglie parteciperanno alla Messa in Cattedrale alle ore 11,15.con il mandato ai catechisti.  A conclusione festa nel cortile del Vescovado, o in caso di pioggia nei locali della Mensa vescovile.

Programma Celebrazioni UP 1°, 2 e 4 Novembre 2018

UNITÀ PASTORALE «SANTI CRISANTO E DARIA»

REGGIO EMILIA

«Credo la comunione dei Santi Credo la vita eterna»

Mercoledì 31 ottobre 2018, Vigilia di Tutti i Santi
ore 18.00 Rosario e e ore 18.30 Primi Vespri in Santa Teresa
ore 18.30 Messa festiva in San Prospero
ore 19.00 Messa festiva in Santo Stefano
Giovedì 1° novembre – SOLENNITÀ DI TUTTI I SANTI
ore 09.00 Messa in San Prospero
ore 10.00 Messa in Santa Teresa – Messa in Santo Stefano
ore 11.15 Messa in Cattedrale
ore 12.00 Messa in San Prospero
ore 15.00 Messa al Cimitero monumentale (presiede A. Caprioli)
ore 17.00 Rosario per i defunti e, alle 18, Messa in Cattedrale
Venerdì 2 novembre 2018

COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI
ore 7.40 Lodi e ore 8.00 Messa nella Cripta della Cattedrale
ore 9.00 Messa in Santa Teresa
ore 10.30 Messa in Cripta
ore 15.00 Messa al Cimitero di Coviolo (presiede M. Camisasca)
ore 18.00 Rosario per i defunti e, alle 19, Messa in Santo Stefano
ore 18.30 Messa in San Prospero
* * *

Domenica 4 novembre, ore 9.45 in Duomo, il Vicario generale
presiede Messa per i caduti nel centenario fine Prima Guerra

In vista delle celebrazioni tradizionali e molto care alle nostre famiglie
del 1° e 2 novembre, accompagniamo il calendario sopra redatto per la
nostra Unità Pastorale — dove sono evidenziate le celebrazioni nei due
Cimiteri cittadini principali, presiedute dai nostri Pastori — con le
parole dell’allora teologo e parroco dell’Unità Pastorale di Bagnolo,
mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema:
«Preghiamo, oltre che nelle nostre Chiese, anche nei cimiteri,
ossia nei luoghi nei quali i nostri defunti “riposano” – questo è il
significato originale della parola “cimitero” – in attesa della
risurrezione. Questi luoghi ci invitano a sostare senza paura di
fronte al mistero della morte e della fragilità della nostra vita,
che è stata illuminata dalla morte e risurrezione di Gesù Cristo:
a partire da essa si dischiude la speranza della risurrezione e
della vita eterna che Dio vuole per ciascuno di noi, e verso la
quale sono incamminati coloro che non sono più in questa vita.
Siamo pregati di prendere visione degli orari delle varie
celebrazioni previste in quei giorni, e naturalmente di
parteciparvi nella misura del possibile».