Otto promesse di felicità

La felicità inattesa

settimananews

Dopo aver insegnato alle folle della Galilea e dei dintorni che accorrevano a lui e dopo aver guarito molti malati (Mt 4,25), Gesù sale sul monte e proclama il Discorso della montagna (Mt 5–7). Egli è ben più di Mosè: è il plenipotenziario della volontà di Dio.

Grande portale del suo discorso è il proclama delle beatitudini. Otto promesse (ampliate da una nona) di felicità inattesa, divina, paradossale, sovrumana. Facendo venire il Regno, Gesù inaugura la vicinanza insuperabile di Dio agli uomini e la creazione di un mondo nuovo.

Le beatitudini sono la promessa motivata che coloro che accolgono la proposta di Gesù, la sua persona, potranno vivere fin d’ora una vita nuova, una pienezza di umanità che avrà il suo compimento nel Regno definitivo.

Le beatitudini sono il ritratto di Gesù, che le ha vissute per primo, e il ritratto anche del Padre che lo ha mandato. Sono una promessa e insieme un compito, che è possibile realizzare con lo Spirito di Gesù, il quale, come Risorto, rimane in mezzo alla sua comunità. Viverne una, significa viverle tutte. Esse sono interdipendenti e offrono una strada per tutti i gusti spirituali.

Philippe appartiene come presbitero dal 1985 alla Comunità delle beatitudini, dopo studi ed esperienze di carattere scientifico (laurea in matematica) e una permanenza in Israele che gli ha permesso di imparare le lingue e di gustare la Terra del Santo. L’uomo giusto per commentare le beatitudini… La sua è una riflessione sapienziale, frutto di una lunga esperienza di direzione spirituale e di predicazione, connotata dalla spiritualità carmelitana.

La prima beatitudine, che promette il regno ai poveri di spirito è lungamente commentata dall’autore, pp. 21-64), in quanto dà il tono e comprende in nuce anche le altre.

I caposaldi del pensiero di Philippe sono la certezza che Dio ama gli uomini di un amore fedele in Gesù e cerca la loro felicità, “inattesa” dalle loro prospettive. Se, nella preghiera, nella fede e nell’accoglienza della parola di Dio l’uomo si apre nella preghiera alla volontà di Dio, potrà trovare la pace e la serenità anche nelle prove. Le ferite e i peccati ci saranno sempre, ma la fiducia e l’abbandono a Dio fanno accogliere tutto da lui, donando pace e umanità piena.

Le beatitudini donano e chiamano personalmente e comunitariamente ad un cammino di lavorio su di sé che porti ad una conversione profonda di convincimenti e di atteggiamenti, in modo che la mitezza vinca la durezza, la rigidità e la paura; l’apertura a Dio farà superare l’egoismo e la chiusura in se stessi. La sete e la fame della giustizia di Dio si saziano nell’uomo nell’accoglienza del suo amore salvifico misconosciuto e portano a superare la violenza della difesa a oltranza delle proprie opinioni e paure.

Le lacrime di pianto da cui i discepoli di Gesù saranno consolati sono quelle dovute al proprio peccato, al rifiuto di Dio nel mondo degli uomini, quelle dovute alla sofferenze e alle ingiustizie umane. Il dono delle lacrime è il più grande dei doni nella vita spirituale per il mondo orientale.

Il coraggio del perdono e della grandezza di cuore svelenisce la rabbia presente nei cuori e nelle relazioni umane. Spezza il circolo vizioso della moltiplicazione della vendetta e della violenza. Gesù dona e chiama alla purezza del cuore, alla sua unità anche nelle prove, alla sua “unificazione” (cf. Sal 86,11: «rendi unito il mio cuore», tr. lett.).

Philippe vede alla radice delle beatitudini – come dono e compito – la fede nell’amore di Dio per gli uomini, la preghiera, l’accoglienza serena del reale, l’accompagnamento spirituale, il non spaventarsi delle proprie fragilità e dei propri peccati, con la massima fiducia nell’amore del “buon Dio”.

Vari brani di santa Teresa di Lisieux impreziosiscono il testo di questo grande maestro di vita spirituale, che anche con questo libro offrirà molto aiuto e pace a tanti cuori che cercano la vita evangelica e la serenità incrollabile che la fede e l’amore per Gesù portano con sé. Il tono pacato, interpellante, equilibrato e sereno rende la lettura consolante, pur rimanendo esigente nel contenuto.

Il cuore deve identificare il suo desiderio fondamentale, scegliere e unificare ogni cosa attorno ad esso. Philippe suggerisce che l’unico desiderio unificante deve essere quello della santità, e io «non voglio essere una santa a metà» (Teresa di Lisieux, Manoscritto A, 10, v. 91)

Jacques Philippe, La felicità inattesa. Meditazione sulle beatitudini(Itinerari. Collana di spiritualità. Dottrina Esperienze Testimonianze s.n.), EDB, Bologna 2018 (or. franc. Burtin 2017), pp. 176, €14,50.9788810513682

Memoria del beato Paolo VI

Ci sono diversi motivi per valorizzare questa quarta memoria liturgica del beato Paolo VI (fissata nel ricordo della sua nascita terrena nel 1897 a Concesio di Brescia): siamo nell’anno 40° della sua nascita al cielo e, com’è noto, sarà canonizzato la domenica 14 ottobre in Piazza San Pietro, insieme ad Oscar Romero e ad altri Beati. Manca meno di un mese ed è opportuno cominciare a scaldare… il cuore e la mente, per poter accogliere questo dono di rinnovamento spirituale per tutta la Chiesa!

Inoltre, esattamente tra una settimana, il mercoledì 3 ottobre inizierà il Sinodo dei Vescovi sui giovani, la fede e il discernimento vocazionale (una novità la data, di solito si iniziava di domenica!). I Sinodi sono stati istituiti da Paolo VI il 15 settembre 1965. E il 15 settembre scorso, Papa Francesco ha promulgato la Costituzione apostolica sui Sinodi, perché diventino sempre più “segno e strumento” di comunione episcopale e di ascolto del Popolo di Dio.

Nel 2014, dopo la beatificazione di Montini-Paolo VI, la Congregazione del Culto ha stabilito che il 26 settembre si possa celebrare come memoria facoltativa (per un beato non si può fare memoria obbligatoria!) nella Diocesi di Brescia, dove è nato, e nella Diocesi di Roma, dove è stato Vescovo e pastore della Chiesa universale per 15 anni (la Diocesi di Milano, dove Montini è stato arcivescovo dal 1955 al 1963, ha ottenuto di poter celebrare Paolo VI il 30 maggio, memoria del giorno della sua prima Messa, in previsione di renderla memoria obbligatoria dopo la canonizzazione, cosa che non si potrà fare nel Calendario romano perché il 26 settembre c’è già la memoria facoltativa peraltro secolare dei Santi fratelli e martiri Cosma e Damiano; ma non dobbiamo stupirci, anche per i Santi Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, sono state stabilite solo memorie facoltative!). La Congregazione inoltre ha pubblicato solo la Colletta, come si fa per i beati, indicando che le altre orazioni si prendono dal Comune dei Pastori.

Come Ufficio Liturgico, oltre ai testi della Messa (dal Comune dei Pastori, appunto), si mettono a disposizione i testi della Liturgia delle Ore pensati appositamente per la memoria di questo grande Papa. Si trova anche un Rosario meditato con un’omelia di Paolo VI ai giovani nella Messa delle Palme.

LODI

MEMORIA LITURGICA

ROSARIO

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