Camminare insieme per combattere lo stress

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Se ti dico attività fisica, cosa ti viene in mente? A Montesilvano è arrivato “Città in Movimento”, un progetto nato per far muovere e stimolare chi ha bisogno di fare attività fisica, ma viene fermato da pigrizia e mancanza di tempo. A presentarlo è Angela Del Papa, dottoressa in Scienze Motorie con oltre vent’anni di esperienza nel mondo del fitness: “Ho provato tantissime attività in cerca della mia strada. Poi ho capito che la mia vera missione è quella di aiutare le persone a stare meglio attraverso il movimento: per farlo non è necessario fare i salti mortali, né tanto meno alzare pesi o spostare i pneumatici delle macchine. Bisogna abituarsi all’attività fisica e con il progetto Città in Movimento vorrei insegnare agli altri a dedicarsi del tempo, prendersi cura di sé e della propria salute attraverso attività semplici, che non richiedano troppo tempo e sforzo”.

Il progetto, già partito in misura ridotta in alcune zone di Montesilvano, punta a conquistare l’intera cittadina. Il programma comprende due ore a settimana dedicate alla più semplice, efficace (ed economica) delle attività: la camminata.

Due ore per riprendersi i propri spazi e instillare l’abitudine al movimento anche nelle persone più pigre e con meno tempo a disposizione. Il primo incontro si terrà martedì 7 agosto alle 19 con via Costa a Montesilvano come punto di ritrovo. Gli appuntamenti si ripeteranno ogni martedì alla stessa ora e ogni giovedì alle 7 del mattino per tutto il mese di agosto: 45 minuti verranno dedicati alla camminata e a semplici esercizi per tonificare e 15 per l’allungamento muscolare conclusivo.

“Ho scelto la camminata come attività perché i benefici della camminata sono innumerevoli e, soprattutto, di facile fruizione. Camminare fa bene al cuore, aiuta a prevenire il diabete, allunga la vita, fa dimagrire. Inoltre, ritrovarsi in un bel gruppo per una camminata all’aria aperta, aiuta a ridurre radicalmente lo stress”.

I Benefici sono molteplici della camminata: fa bene al cuore. Camminare a passo sostenuto fa bene alla circolazione sanguigna e riduce il rischio di soffrire di patologie cardiache. Camminare ad una buona velocità, infatti, consente di fare un esercizio di tipo aerobico, aumentando la frequenza del respiro e il dinamismo del battito cardiaco. Questo tipo di attività fisica diminuisce il rischio di ipertensione, di colesterolo alto e di malattie coronariche, proteggendo il cuore.

Previene il diabete di tipo 2. Uno studio condotto dalla George Washington University School of Public Health and Health Services di Washington, pubblicata sulla celebre rivista Diabetes Care, ha dimostrato come camminare aiuti a ridurre la concentrazione di zuccheri nel sangue e a riportarli ad un livello regolare, a lungo. Per prevenire il diabete di tipo 2, secondo gli studiosi, è preferibile camminare ogni sera dopo cena, concedendosi una passeggiata di almeno 30 minuti ad un passo regolare o leggermente sostenuto. In questo modo potrete migliorare i livelli di tolleranza al glucosio, ossia la capacità di assorbimento del glucosio ad opera delle cellule.

Fa dimagrire.

Per iniziare a recuperare contatto con l’organismo e risvegliare tutto il corpo dal torpore della sedentarietà, il consiglio degli esperti è quello di camminare ogni giorno a passo sostenuto per almeno 30 minuti: una sessione di allenamento smart, veloce e facile da tollerare. Un training decisamente meno impegnativo per chi rischia di stancarsi, di non reggere la fatica e, successivamente, di abbandonare la missione.

Allunga la vita: lo ha dichiarato proprio l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il motivo? Le patologie legate ad uno stile di vita sedentario sono sempre più diffuse e letali tra la popolazione mondiale. Ipertensione, ictus cerebrali, cardiopatie ischemiche sono alcune delle malattie che causano più morti ogni anno e che si possono prevenire con uno stile di vita sano, che comprenda l’abitudine di camminare ogni giorno.

Riduce lo stress.

Lo afferma uno studio condotto in sinergia da ricercatori provenienti da diversi atenei, come la University of Michigan, il James Hutton Institute, la De Montfort University e l’Edge Hill University (EHU). Le passeggiate di gruppo negli ambienti naturali del luogo possono contribuire in maniera potenzialmente importante alla salute pubblica ed essere benefiche nell’aiutare le persone ad affrontare lo stress e migliorare l’esperienza emotiva. Il progetto è cominciato i primi di giugno e terminerà a fine settembre. Città in movimento vedrà il suo evento conclusivo domenica 7 ottobre con una particolare giornata di trekking nella Valle dell’Orfento, cogliendo così l’opportunità di ammirare i meravigliosi paesaggi naturalistici abruzzesi e godersi della sana convivialità.

giornaledimontesilvano.com

Papa Francesco: tutti i battezzati annuncino il Vangelo

Papa Francesco: tutti i battezzati annuncino il Vangelo

“Tutti i battezzati” sono chiamati ad annunciare il Vangelo “nei vari ambienti di vita”, non come “divi in torunée” ma forti solo della parola di Gesù. Stamani all’Angelus Papa Francesco traccia “lo stile del missionario” a partire dal Vangelo odierno, quando Gesù invia i Dodici, due a due, nei villaggi: è come un “tirocinio” di quello che avrebbero poi fatto dopo la Risurrezione. Due, quindi, gli aspetti centrali che il Papa ricorda ai circa 15 mila presenti in Piazza San Pietro e a tutti i cristiani: il centro di riferimento del discepolo missionario è Gesù e il volto dello stile missionario è “la povertà di mezzi”.

Gli apostoli non hanno, infatti, “niente di proprio da annunciare” ma agiscono in quanto “messaggeri di Gesù”. E l’episodio del Vangelo riguarda “non solo i sacerdoti” – sottolinea il Papa – perché “tutti i battezzati” sono “chiamati a testimoniare, nei vari ambienti di vita, il Vangelo di Cristo”: E anche per noi questa missione è autentica solo a partire da suo centro immutabile che è Gesù. Non è un’iniziativa dei singoli fedeli né dei gruppi e nemmeno delle grandi aggregazioni, ma è la missione della Chiesa inseparabilmente unita al suo Signore. Nessun cristiano annuncia il Vangelo “in proprio”, ma solo inviato dalla Chiesa che ha ricevuto il mandato da Cristo stesso. È proprio il Battesimo che ci rende missionari. Un battezzato che non sente il bisogno di annunciare il Vangelo, di annunciare Gesù, non è un buon cristiano.

L’equipaggiamento che hanno i Dodici è, poi, contrassegnato da un criterio di sobrietà: Il Maestro li vuole liberi e leggeri, senza appoggi e senza favori, sicuri solo dell’amore di Lui che li invia, forti solo della sua parola che vanno ad annunciare. Il bastone e i sandali sono la dotazione dei pellegrini, perché tali sono i messaggeri del regno di Dio, non manager onnipotenti, non funzionari inamovibili, non divi in tournée.

Il Papa ricorda in questo senso alcuni santi della diocesi di Roma: “San Filippo Neri, San Benedetto Giuseppe Lavre, Sant’Alessio, Santa Ludovica Albertini, Santa Francesca Romana, San Gaspare del Bufalo e tanti altri”. “Non erano funzionari o imprenditori – evidenzia – ma umili lavoratori del Regno”.

Può accadere, però, che non siano ascoltati e accolti. Anche questa esperienza di “fallimento” è povertà: La vicenda di Gesù, che fu rifiutato e crocifisso, prefigura il destino del suo messaggero. E solo se siamo uniti a Lui, morto e risorto, riusciamo a trovare il coraggio dell’evangelizzazione.

La Vergine Maria, “prima discepola e missionaria della Parola di Dio”, “ci aiuti a portare nel mondo il messaggio del Vangelo” – conclude il Papa – con esultanza umile e radiosa e oltre ogni rifiuto. Nei saluti finali ha poi ricordato i giovani polacchi della Diocesi di Pelplin, che partecipano ad un corso di esercizi spirituali ad Assisi.

avvenire

Banca Etica. 5 per mille, un italiano su 4 sceglie un’associazione non profit

5 per mille, un italiano su 4 sceglie un'associazione non profit

La possibilità di devolvere il 5 per mille di quanto dovuto all’erario a organizzazioni non profit si è consolidata nelle abitudini dei contribuenti italiani ed è diventata una modalità importante di partecipazione diretta dei cittadini al sistema di welfare e di finanziamento al terzo settore. Banca Etica ha presentato oggi a Roma, presso la sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro del Senato, la seconda edizione della ricerca Il 5 per mille e lo sviluppo del non profit: un lavoro di analisi che – incrociando dati dell’Agenzia delle Entrate con dati interni della banca – disegna l’evoluzione di questo strumento di democrazia economica e tratteggia ipotesi per il suo sviluppo futuro, con un focus particolare sugli strumenti finanziari che possono amplificarne i ritorni sociali.

I risultati principali
• attraverso il 5 per mille sono stati erogati complessivamente 4,2 miliardi di euro a favore di realtà non profit tra il 2008 e il 2018;
• in media ogni anno più del 25% dei contribuenti italiani (circa 12 milioni di persone) sceglie di devolvere il 5 per mille a un’organizzazione senza scopo di lucro;
• negli anni il numero di enti che hanno beneficiato del 5 per mille è quasi raddoppiato dai circa 30mila del 2006 ai quasi 57mila del 2016, con relativa contrazione degli importi medi percepiti, scesi da oltre 11mila euro a poco meno di 9mila euro;
• la ricerca medica e scientifica è il settore che più attira le preferenze degli italiani: nel decennio 2006-2016 il 36% delle risorse sono andate a favore di tali Fondazioni, di cui il 27% è stato indirizzato a progetti di ricerca sanitaria;
• nella scelta degli enti cui devolvere il 5 per mille si verifica una forte concentrazione: i primi dieci enti hanno raccolto il 29% del totale, pari a un miliardo e 200 milioni di euro;
• le associazioni sportive dilettantistiche riescono a raccogliere in media 2.000 euro con il 5 per mille; le altre associazioni 9.200 e le fondazioni per la ricerca sanitaria 1,5 milioni di euro;
• Lombardia e Lazio si confermano le Regioni più attive, in quanto sedi delle maggiori organizzazioni del Terzo Settore: esse raccolgono insieme quasi il 60% dell’importo distribuito nel periodo considerato.

La riforma del Terzo Settore

La ricerca approfondisce l’impatto che la riforma del Terzo Settore – sia pure ancora in attesa di alcuni dei decreti attuativi – avrà sull’istituto del 5 per mille. In particolare la riforma dispone la revisione e razionalizzazione dei criteri necessari agli enti per candidarsi a ricevere il 5 per mille; la semplificazione e accelerazione delle procedure per il calcolo e l’erogazione dei contributi spettanti ai vari enti, che dovrebbe avvenire dopo non più di un anno. Saranno definiti una soglia minima al di sotto della quale l’ente non potrà ricevere il contributo e nuovi criteri per il riparto delle scelte non espresse dai contribuenti, tali da non favorire necessariamente le organizzazioni più grandi e note.

Il 5 per mille e le banche
Insieme al 5 per mille è cresciuta da parte delle banche – che prima non consideravano il settore non profit come un cliente interessante – l’offerta di credito finalizzato ad anticipare le risorse agli enti beneficiari (che devono aspettare, in media, dai 12 ai 24 mesi per l’accredito delle somme). Banca Etica risulta tra i primissimi istituti di credito italiani scelti dalle organizzazioni non profit in virtù della sua specificità di banca nata proprio per servire il Terzo Settore e l’economia civile e solidale.

«Il 5 per mille è uno strumento di grande valore perché è tra i pochi che consente ai cittadini di esprimere chiaramente una preferenza per i settori di welfare da sostenere tramite la contribuzione fiscale: una forma di partecipazione alle scelte di spesa che avvicina le persone alle organizzazioni nonprofit e rafforza il senso di appartenenza e di comunità – ha detto il direttore di Banca Etica, Alessandro Messina -. La nostra banca è nata per dare credito al terzo settore e per fare della finanza un acceleratore dei progetti di crescita, inclusione e innovazione sociale: anche oggi – dopo 20 anni – continuiamo a studiare l’economia solidale per capire come accompagnarne al meglio gli sviluppi».

Durante l’incontro sono intervenuti con testimonianze e analisi anche: il senatore Steni di Piazza; il direttore di Medici Senza Frontiere Italia Gabriele Eminente; il direttore di Amnesty International Italia Gianni Rufini; Sergio Pierantoni, responsabile Servizio Amministrativo di Caritas Italiana; Alessandro Lombardi, direttore generale del Terzo Settore, Ministero Lavoro e Politiche Sociali; Sergio Gatti, direttore generale di Federcasse Credito Cooperativo.

da Avvenire

Cercando la Terra Santa oltre il Giordano

La Decapoli è un luogo dove, secondo il Vangelo di Marco, Gesù si è recato. Ma pochi sanno dov’era. Un approfondimento.

Nei Vangeli si incontrano i nomi di molti luoghi legati al passaggio in un certo territorio delMessia cristiano. Alcuni di quei luoghi non si trovano più nella Terra Santa comunemente intesa, ma in vicini Paesi del Medio Oriente. I Vangeli stessi testimoniano di alcuni viaggi di Gesù di Nazareth in città che oggi appartengono al Libano o alla Giordania.

Una problematica citazione del Vangelo di Marco (7, 31) afferma per esempio: “Di ritorno dalla regione di Tiro, passò per Sidone, dirigendosi verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decapoli”. È un percorso difficile da spiegare (infatti l’evangelista non lo fa) e anche abbastanza improbabile, comunque è spesso molto complicato identificare i luoghi in cui si svolge la vicenda umana del Nazareno, soprattutto dopo due millenni di antiche narrazioni intrecciate a devozioni e leggende più recenti e spesso stratificate all’interno di un racconto. Ma è in ogni caso molto intrigante indagare su questi luoghi e prendere coscienza delle implicazioni che questi viaggi intendono forse suggerire.

Un esempio forse poco conosciuto di “Terra Santa oltre il Giordano” emerge dall’indicazione della regione denominata “Decapoli”, di cui fanno menzione alcune fonti storiche del I secolo d.C. (come Plinio il Vecchio e Flavio Giuseppe) e i tre Vangeli sinottici. Il territorio delle 10 città era una sorta di regione a statuto speciale istituita da Pompeo Magno nel 63 a.C.quando assoggettò a Roma tutta la Palestina.

La Decapoli si trovava a Sud del Mare di Galilea e quasi del tutto ad Est del Giordano. Non è chiaro quali fossero precisamente le 10 città (ci sono diverse versioni e la Decapoli come tale ha una storia lunga circa 3 secoli), ma alcune sono ben individuate, come Filadelfia (oggi Amman),Gadara (Umm Qays), Gerasa (Jerash), Pella (Tabaqat Fahl), Arbila (Irbid) e Scytopolis (Beit She’an, l’unica a ovest del Giordano).

Un famoso brano del vangelo di Matteo (8,28) inizia collocando il racconto nel “Paese dei gadareni”, il territorio circostante la città di Gadara, dove oggi si trova la cittadina giordana di Umm Qays, su una collina dalla quale si gode una magnifica vista verso le alture del Golan e sul Mare di Galilea (in Israele), pur essendo a circa 10 km dalla sponda meridionale del lago.

Il racconto evangelico è quello di Gesù che scaccia il dèmone “legione” (Matteo 8, 28-34, Marco 5, 1-20, Luca 8, 26-39) da un uomo (o due secondo Matteo): al dèmone scacciato viene concesso di installarsi in alcuni maiali che si trovano nei dintorni, che a quel punto si gettano nel Mare di Galilea, annegando.

Il territorio dei gadareni, come tutta la regione della Decapoli, era abitato da popolazioni di cultura ellenista insediate in quelle terre fin dal tempo della conquista di Alessandro Magno (IV sec. a.C.), e quindi possibili allevatori di maiali, diversamente dagli ebrei che alla luce delle norme alimentari dell’Antico Testamento considerano il maiale un animale immondo. Non è difficile immaginare che i gadareni fossero anche fornitori di carne suina alle truppe romane di occupazione: agli occhi dei giudei del tempo, gadareni, geraseni e decapolitani in genere erano pagani imbevuti di ellenismo e collaborazionisti del “nemico” romano. Eppure, pur scacciando il dèmone “legione”, Gesù non si sottrae al dialogo con l’ex indemoniato che ha sanato, anzi lo incarica di una missione.

Visitando le rovine dell’antica Gadara, si rimane stupiti di trovare poco oltre le mura, sulla strada che scende verso il Mare di Galilea, i resti di un’imponente basilica a 5 navate, risalente al IV secolo. È abbastanza evidente che i costruttori bizantini intendevano in questo modo segnalare e onorare il luogo del miracolo descritto dai Vangeli. Le rovine dell’antica città sono fra l’altro ben conservate, con terme, teatri e attività commerciali che si affacciano sul decumano, e una splendida necropoli. Gadara era famosa nell’antichità anche per il fatto di aver dato i natali ad alcuni illustri scrittori come il filosofo cinico Menippo (III sec. a.C.), il poeta satirico Meleagro(I sec. a.C.) e il poeta e filosofo epicureo Filodemo, che visse parecchi anni a Ercolano, dove sono state ritrovate copie di molte sue opere nella biblioteca della Villa dei Papiri, la sontuosa dimora dei Pisoni distrutta dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., poco più di un secolo dopo la morte di Filodemo, avvenuta all’età di circa 75 anni, nel 35 a.C.

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