Roma. Chiara Corbella Petrillo: al via la causa di beatificazione

La diocesi di Roma ha pubblicato l’Editto in cui si annuncia l’apertura della causa della giovane morta nel 2012 dopo aver rimandato le cure di un tumore per portare avanti una gravidanza

Un'immagine della serva di Dio Chiara Corbello Petrillo

Un’immagine della serva di Dio Chiara Corbello Petrillo

A sei anni dalla morte della serva di Dio Chiara Corbello Petrillo, la diocesi di Roma fa ora il primo passo verso la beatificazione. La giovane donna è morta a soli 28 anni il 13 giugno 2012. Laica e madre di famiglia dopo essersi sposata con Enrico Pertillo il 21 settembre 2008 si trovò ben presto a vivere situazioni impreviste e difficili come la morte di due figli, poco dopo la loro nascita. Durante la terza gravidanza, a Chiara fu diagnosticato un tumore. Le eventuali cure avrebbero avuto conseguenze mortali sul nascituro. Chiara decise invece di portare a compimento la gravidanza. La sua storia aveva fatto commuovere l’Italia e anche il mondo. Si trattava della vicenda unica di una mamma (oggi avrebbe 34 anni, essendo nata nel gennaio del 1984 a Roma ) che aveva preferito rimandare le cure di un male incurabile che la affliggeva da due anni per portare avanti la gravidanza di suo figlio, Francesco nato sano. Solo allora Chiara si affiderà alle cure, ma è ormai troppo tardi. “Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente. Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi” scriveva allora Chiara.

Del documento ufficiale della diocesi di Roma, che reca la data del 2 luglio scorso e la firma del cardinale vicario per la diocesi di Roma Angelo De Donatis e del notaio Marcello Terramani, a dare per primo la notizia è stato il sito della Postulazione dell’ordine dei Carmelitani scalzi al quale la causa è affidata (il postulatore è il trentino padre Romano Gambalunga). L’Editto sarà affisso alle porte del vicariato di Roma e lì resterà per i prossimi due mesi, mentre si procede alla raccolta della documentazione necessaria perché possa essere avviato il processo.”La sua oblazione rimane come faro di luce -si legge nell’Editto del vicariato di Roma – della speranza, testimonianza della fede in Dio, autore della vita, esempio dell’amore più grande e della morte” .

avvenire

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B) Foglietto Letture e Salmo

XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde

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Come mostra la prima lettura, e il Vangelo stesso, oggi al centro della parola che la liturgia ci porta c’è il fatto che Dio ha concretizzato le sue promesse in Gesù di Nazaret: attraverso il suo Salvatore egli veglia sul suo popolo. Il Vangelo descrive la “piccola” gente di Galilea che si affolla al seguito di Gesù come una comunità di uomini sfiniti di cui nessuno si occupa. Essi hanno sentito che Gesù si preoccupa sinceramente di loro, e che ha il potere di venire loro veramente in aiuto. È ciò che fa, portando l’indispensabile salvezza a tutti quelli che si rivolgono a lui fiduciosi, nella loro disgrazia sia fisica che sociale o spirituale.
La Chiesa non cerca oggi di distrarci con delle belle storie che parlano dei tempi passati. Attira la nostra attenzione sul fatto che Gesù Cristo risuscitato continua ad agire come il Salvatore di Dio. Egli può e vuole aiutarci nella nostra disgrazia. Compatisce le nostre preoccupazioni. Nella nostra miseria possiamo rivolgerci a lui. Egli ci consolerà, ci darà la forza, ci esaudirà. È lui che ci fa trovare le vie per uscire dalla disgrazia, che ci mette accanto delle persone che ci aiutino. E soprattutto, Gesù Cristo conosce l’ultima e la peggiore delle nostre miserie: la nostra ricerca di una salvezza duratura e felice, che sia per noi o per tutti quelli che amiamo, dei quali ci preoccupiamo, e che abitano con noi questo mondo.


Aria condizionata in auto: cinque errori da non commettere

Aria condizionata in auto: cinque errori da non commettere © Seat Prensa

ROMA – Salgono le temperature e aumenta anche il rischio di commettere errori quando si utilizza uno degli ‘accessori’ più utili tra quelli che hanno cambiato la qualità della vita in auto, il climatizzatore. Non è infatti detto che per farlo funzionare bene (e a lungo) basti inserire il pulsante ‘on’, soprattutto quando le condizioni ambientali sono estreme.

Gli esperti di Seat, la marca spagnola del Gruppo Volkswagen, hanno compilato a questo riguardo un mezzo decalogo – cioè 5 regole – che segnalano gli errori più comuni e le cose da non fare utilizzando il climatizzatore. La prima è l’accendere l’impianto al massimo (16-17 gradi) quando si entra nella vettura surriscaldata da sole, senza aprire i finestrini e far cambiare efficacemente l’aria. ”La cosa migliore – segnala Angel Suarez, ingegnere del centro tecnico di Seat – è aprire porte e finestrini un minuto prima di accendere motore e condizionatore”. Sotto al sole la temperatura dell’aria all’interno dell’auto può superare anche i 60 gradi e tentare di abbassarla solo con il climatizzatore richiede molto tempo e mette alla frusta l’impianto. Secondo errore comune è quello di mantenere inserita la funzione ‘ricircolo’ pensando che evitare l’ingresso dell’aria calda dall’esterno faciliti l’abbassamento della temperatura. Il ricorso al ricircolo, segnalano gli esperti, deve essere limitato a poche situazioni di effettivo fastidio e rischio come i tratti con forte inquinamento. Altra credenza errata – ribadisce Seat – è quella che il climatizzatore non vada acceso se la temperatura esterna non è elevata. Anche d’estate, di mattina, l’umidità può essere molto alta e l’accensione elimina il rischio di appannamento dei vetri e ‘asciuga’ l’abitacolo. Quarto punto a cui prestare attenzione sono le bocchette che distribuiscono l’aria fresca: spesso sono puntate verso una direzione sbagliata o, peggio, vengono chiuse perché la corrente che ne esce è gelata e fastidiosa. Per una condizione ottimale è importante che siano tutte aperte, e orientate verso la zona alta dell’abitacolo. Il problema del fastidio della corrente d’aria si risolve regolando la temperatura, che non deve mai essere troppo bassa. Una posizione su 23, 24, anche 25 gradi è favorevole all’ottenimento di una condizione climatica ideale, senza bisogno di posizionare il comando su valori anormali. Infine il tema ‘manutenzione’, troppo spesso ignorata. Per gli esperti spagnoli, che sfruttano anche l’esperienza di tutto il Gruppo Volkswagen in questo ambito, il filtro dell’impianto (a cui, se intasato, si deve spesso lo scarso rendimento dell’impianto) va sostituito ogni 15-20mila chilometri, a seconda del tipo di strade che si percorrono.

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