Arriva in Italia Google WiFi, potenzia connessione di casa

Arriva in Italia Google WiFi, potenzia i router © ANSA

Arriva in Italia Google WiFi, il sistema pensato “per dare una connessione veloce in ogni stanza e su ogni dispositivo”. “Sostituisce e migliora i router tradizionali – spiega l’azienda di Mountain View – permette di gestire i dispositivi connessi e le attività online senza problemi”. In sostanza permette di gestire molti dispositivi in contemporanea e anche le attività che richiedono un’elevata ampiezza di banda in ogni zona della casa: dalle videoconferenze se si lavora in remoto fino alla fruizione di video in streaming o di videogiochi, ma anche il Wi-Fi in giardino.

Google Wifi è un sistema modulare: per le abitazioni più grandi si possono aggiungere altri punti di accesso che si connettono l’uno all’altro e diffondono un segnale potente in tutte le stanze. Il sistema funziona grazie alla tecnologia “mesh”, che permette di creare singoli punti di accesso Wi-Fi che operano insieme per diffondere un unico segnale forte, che risulterà quindi veloce in tutta la casa, non solo vicino al router. Google Wifi è su un’app complementare disponibile per Android o iOS. L’applicazione permette, ad esempio, anche di mettere in pausa il Wi-Fi sui dispositivi dei figli all’ora di cena. Mostra anche quali dispositivi sono connessi e quanta banda occupano, permettendo di dare priorità ad alcuni piuttosto che ad altri.

“Google Wifi – spiega infine Big G – è progettato per garantire la massima priorità alla privacy degli utenti. Per esempio, ha impostazioni per una gestione semplice del cloud e funzionalità di sicurezza all’avanguardia come la crittografia wireless, l’avvio verificato e gli aggiornamenti automatici per mantenere sicura la vostra rete.

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LE DIECI SCUSE PIÙ RIDICOLE PER NON AVERE DONNE AI POSTI DI COMANDO

Di scuse ridicole per chiudere un rapporto ne abbiamo sentite tante (da “ti lascio perché di amo troppo” a “ho bisogno di una pausa di riflessione”. Sono meno conosciute ma ugualmente insensate quelle con le quali si continuano a limitare, anche oggi, in tempi di #metoo, le possibilità di carriera alle donne, anche ai livelli più alti. Ne scopriamo una top ten nelrapporto commissionato dal Governo Britannico al gruppo che realizza l’Hampton-Alexander Review, resoconto indipendente che monitora e supporta i progressi delle donne nelle maggiori aziende del Paese ( i nuovi dati in uscita). Stando all’indagine, redatta con interviste a membri dei board delle350 società più capitalizzate quotate al London Stock Exchange ( le cosiddette Ftse 350) ecco i motivi più comuni con cui i capi d’azienda tendono a tenere le colleghe lontane dai ruoli chiave:

– Le donne non si inserirebbero facilmente nel Consiglio d’amministrazione.
– Non ci sono molte donne con le credenziali e l’esperienza adeguata per affrontare i problemi molto complessi
– La maggiorparte delle donne non vogliono i problemi o la pressione di certi posti di comando.
– Gli azionisti non sono interessati a ‘rifare il trucco’ al Cda, quindi perché dovremmo esserlo noi?
– Gli altri membri non vogliono con loro una donna.
– Tutte le donne valide se le sono già accaparrate.
– Abbiamo già una donna nel Consiglio quindi siamo a posto, è il turno di qualcun altro.
– Al momento non ci sono posti liberi. Nel caso ne uscisse uno, potrei pensare a una donna.
– Dobbiamo costruire il palazzo dalle fondamenta, non si sono abbastanza dirigenti donne senior nel settore.
– Non posso nominare per la carica una donna solo perché lo voglio

Secondo Andrew Griffiths, Sottosegretario al Ministero delle imprese, dell’energia e della strategia industriale “è scioccante che alcune imprese considerino queste scuse condiscendenti e pietose come accettabili per tenere le donne lontane dalle principali cariche. Le nostre compagnie più di successo sono quelle che valorizzano la diversità”.
Secondo Amanda Mackenzie, direttore esecutivo della Ong Business in the Community, “leggendo queste scuse, ti verrebbe da pensare che siamo nel 1918 e non nel 2018. Sembra la sceneggiatura in una commedia parodistica ma invece è tutto vero. Sicuramente ora si può affrontare la questione una volta per tutte”. Invece per Lord Duncan, Sottosegretario e portavoce del governo – Uffici per la Scozia e’l’Irlanda del Nord “queste scuse scioccanti e patetiche per non dare cariche alle donne nei Board delle società Ftse evidenziano la necessità di continuare a sostenere che le donne arrivino a ruoli senior. Comunque il numero delle donne nelle principali società è raddoppiato dal 2011, c’è stato un progresso solido”.

Oltretutto, dice Sacha Sadan, direttore governo d’impresa alla Legal & General Investment Management (LGIM) che ha bandito i cda tutti al maschile dal 2015, “al giorno d’oggi un consiglio d’amministrazione composto solo da uomini, con lo stesso background socioeconomico non è ottimale per confronti cruciali”. Stando ai numeri infatti, nelle società principali i cda tutti al maschile sono passati da 152 nel 2011 a 10 nel 2017.
Anche le disparità di stipendio tra uomini e donne oltre che un’ingiustizia, sono un ‘cattivo affare’: stando ai numeri di una ricerca dell’Istituto McKinsey, arrivare a pari stipendi immetterebbe 150 miliardi di sterline nell’economia britannica entro il 2025 e creerebbe per le donne 840 mila posti di lavoro.

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Curando il sorriso potrebbe ridursi anche il rischio-cuore

Curando il sorriso potrebbe ridursi anche il rischio-cuore © Ansa

Curando la salute della bocca potrebbe ridursi anche il rischio cardiovascolare, con miglioramento del controllo glicemico, della funzione circolatoria (dello stato di salute dei vasi sanguigni), del profilo dei grassi nel sangue e anche una riduzione significativa di molecole infiammatorie presenti in circolo.
È quanto emerge dalla letteratura scientifica sull’argomento, sempre più ricca di risultati in favore della teoria che i trattamenti per la malattia delle gengive (parodontite) hanno ricadute positive tangibili anche sulla salute generale dell’individuo, specie se si tratta di una persona a rischio cardiovascolare.

A fare il punto sull’effetto del trattamento parodontale sui parametri di salute cardiovascolare è stato Filippo Graziani, ordinario di malattie Odontostomatologiche all’Università di Pisa e presidente eletto della Federazione Europea di Parodontologia, con uno studio presentato in occasione nel corso di Europerio9.
“Il trattamento della parodontite determina la riduzione significativa di numerosi parametri di salute cardio-vascolare quali ‘bio-marcatori’ (molecole che indicano presenza di) d’infiammazione sistemica e metabolismo glucosio-lipidico – spiega Graziani. Dobbiamo adesso iniziare studi per capire l’impatto a livello clinico, sul lungo termine, di prevenzione di eventi cardio-vascolari. Le premesse sono sicuramente molto interessanti”.

Ad esempio studi hanno evidenziato la possibilità che la cura della parodontite si accompagni a miglioramento della salute delle pareti dei vasi (endoteli), nonché a un miglioramento del profilo dei grassi circolanti nel sangue (possibile effetto correttivo sulle concentrazioni di colesterolo e trigliceridi).
Inoltre ormai è abbastanza consolidato il dato secondo cui, curando la parodontite nei pazienti diabetici, questi migliorano il controllo della glicemia. Infine, conclude Graziani, altri studi mostrano una riduzione delle molecole (citochine) infiammatorie sempre in seguito alla gestione della malattia gengivale.
Quando il nostro sorriso è a rischio, quindi, non bisogna fermarsi al problema estetico e all’impatto sulla funzione masticatoria, ma tenere presente che alle malattie della bocca possono seguire a cascata tanti altri problemi di salute generale.

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Mondiali 2018, Nigeria Argentina 1-2 e Islanda Croazia 1-2

L'esultanza di Marcos Rojo dopo il gol (foto: AP)

Per il girone D in campo
Nigeria-Argentina 1-2 (Messi al 14′, Moses al 51′ su rigore, Rojo 86′)  e
Islanda-Croazia 0-1 (Badelj al 53′, Sigurdsson 76′, Perisic 90′)

L’Argentina batte 2-1 la Nigeria e si qualifica agli ottavi di finale dei Mondiali di Russia 2018.

La Croazia batte l’Islanda 2-1 in un incontro della terza giornata del Gruppo D, disputato a Rostov. I croati chiudono a punteggio pieno e passano agli ottavi da prima classificata del girone.

Leo Messi finalmente in gol: la ‘Pulce’ sblocca alla sua maniera il match contro la Nigeria e scoppia la felicità nelle file dell’Albiceleste. Festeggia, sugli spalti, anche Diego Armando Maradona, ripreso dalle telecamere a braccia conserte e lo sguardo rivolto al cielo mentre grida “Gracias a dios”.

Messi: ‘Dio con noi, sapevo che non ci lasciava fuori’ – “Sapevo che Dio era con noi, e che non ci avrebbe lasciato fuori”: lo dice Lionel Messi, dopo la vittoria della Nigeria che qualifica l’Argentina agli ottavi. “La vittoria – ha aggiunto il 10 – e’ dedicata a tutta la nostra gente che era arrivata fin qui, per il loro sacrificio, e anche a tutta la gente che a casa ci e’ sempre stata vicina. Avevamo fiducia di poter vincere questa partita, ed e’ stato meraviglioso vincerla cosi'”.

Argentina trema e passa, ora trova la Francia – Al gol di Messi a inizio partita Diego Armando Maradona dalla tribuna dello Stadio di San Pietroburgo ha ringraziato gli dei del calcio. Ma a quello della liberazione, il 2-1 di Rojo a 4′ dalla fine del tremendo match con la Nigeria, El Pibe ha esultato con meno poesia. Le due dita medie rivolte a chissà chi riassumono la rabbia di una nazionale, e forse di un popolo intero di appassionati, che anche stasera ha visto la sua squadra soffrire all’inverosimile. Alla fine la vittoria dell’Argentina sui nigeriani vale gli ottavi, dove un’Albiceleste lenta, senza ideee nè personalità troverà la Francia, domenica prossima. La storia del Mondiale e’ intessuta di ribaltamenti di pronostici, di grandi squadre che arrancano e poi prendono il volo per non fermarsi più. Ma a dispetto del gran gol di Messi e di un primo tempo all’altezza, e soprattutto del risultato finale, nel complesso la nazionale di Sampaoli resta la grande malata di questo Mondiale. Sua ‘Maestà’ Messi, che finirà la partita con un’ammonizione per perdita di tempo e il premio di ‘man of the match’, entra nel Mondiale dopo 14′ di partita. Un gran lancio di Banega da 40 metri, lo stop e il tocco lieve di sinistro in area per aggiustarsi il pallone, e il suo destro vale l’1-0 e il riscatto da un inizio di torneo per lui devastante. Anche Maradona, in tribuna, alza le braccia al cielo e ringrazia Dio. Il vantaggio dell’Argentina e’ frutto di due colpi di genio – il lancio e la realizzazione – ma tutto sommato appare anche segno di una serata diversa. Sampaoli e’ stato costretto – dalle necessità o dai giocatori in rivolta, chissà – alla rivoluzione. Cinque i cambi. Con Higuain dentro, oltre a Di Maria, il 10 e’ più libero di muoversi sul fronte di attacco, partendo da destra e da sinistra. A togliergli il peso di marcature asfissianti e’ anche una Nigeria molto fisica ma poco squadra. Tanto che Banega, uno dei nuovi, è padrone del centrocampo. Al 27′ Messi lancia Higuain in area, Uzoho esce a tempo sui piedi dello juventino; passano una manciata di minuti e ancora Messi sfiora il raddoppio su punizione, ma sempre il portiere gli devia il pallone sul palo. Il finale di primo tempo si chiude con un arrembaggio tutto forza fisica dei nigeriani: un avviso che all’Argentina non può bastare una rete di scarto, anche perche’ nell’altro match l’Islanda cerca il suo gol qualificazione. E infatti, la ripresa si apre con il pari della Nigeria. E il 5′, Mascherano abbraccia Balogun in area e Cakir decide per il rigore: il Var e’ solo consultato, tra le proteste del difensore argentino, non c’e’ bisogno di consultare il video per mandare Moses dal dischetto per l’1-1. A questo punto l’Argentina va in confusione totale, la Nigeria chiude tutti gli spazi e si ripropone lo spartito dei primi due match. L’Argentina deve vincere per non uscire a favore della Nigeria, e invece e’ la nazionale africana a sfiorare tre volte il vantaggio in ripartenza: al 260 Ndidi calcia alto, al 30′ il mani di Rojo che Cakir giudica con Var non da rigore, e al 38′ Ighalo che si fa parare da Armani tutto solo. In mezzo, un destraccio alto da Higuain, capace di sbagliare un gol mille volte realizzato. Sembra il segno di una maledizione, cui mette rimedio un difensore. Mancano 4′ alla fine, il 2-1 fa esplodere la gioia dell’Argentina: e poco male sia arrivato dal destro di Rojo, difensore improvvisatosi centravanti. In questa Albiceleste, non sembra esserci nulla che va al suo posto.

Basta la Croazia-2 per il sogno ottavi – Basta la Croazia-2 per battere una orgogliosa Islanda e guadagnarsi il pass per gli ottavi di finale con la fascia della prima della classe. A Rostov finisce 2-1 per i biancorossi di Dalic, un punteggio che condanna l’Islanda e, allo stesso tempo, regala anche la certezza del passaggio del turno all’Argentina. Nell’ultimo match del girone D la squadra di Hallgrimsson cede solo al 90′ al cospetto della nazionale forse più forte insieme al Belgio vista fin qui al Mondiale. Nonostante l’amplissimo turnover della Croazia (con sei diffidati spazio alla seconde linee, con i soli Modric e Perisic in campo dal 1′), sono proprio i balcanici a fare la partita e a impensierire Halldórsson, anche se i vichinghi pungono appena possono in contropiede (Finnbogason, Bjarnason e Gunnarsson sul finire di tempo). Il fiorentino Badelj è in serata di grazia, corre e smista assist: prima (8′) colpisce la traversa con un potente destro dalla distanza, poi un minuto dopo va a segno con una conclusione su cross di Perisic. Lo svantaggio fa riversare l’Islanda nella metà campo croata (anche perchè arrivano le notizie da san Pietroburgo) a caccia del pari. Ci vanno vicino un paio di volte (Ingason prima e Bjarnason intorno alla mezzora dopo) poi, dai e dai il pareggio arriva anche se ci vuole l’intervento della Var che sanziona un braccio largo del neoentrato Lovren che intercetta il cross di Sigurdsson. E’ lo stesso Sigurdsson a trasformare il penalty che regala speranze e palpitazioni a go-go. Il grande sforzo profuso spegne però le residue speranze islandesi che alla fine (90′) si arrendono all’ennesimo soprassalto croato (che nel frattempo ha buttato in campo anche Rakitic) e a Perisic che finalizza al meglio l’assist del solito Badelj, con un preciso diagonale che trafigge Halldorsson. E’ il giusto premio per una nazionale partita col piede giusto e che adesso trova agli ottavi la non trascendentale Danimarca per un quarto di finale davvero alla portata.

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