Caritas, presentazione dei dati sulla povertà a Reggio e provincia

Martedì 26 giugno, alle ore 11,30, presso la segreteria della Caritas diocesana, in via dell’Aeronautica 4 a Reggio Emilia, è prevista la conferenza stampa per la presentazione dei dati sulle povertà relativi all’anno 2017 raccolti dal Centro di Ascolto Caritas diocesano.
Saranno presenti Isacco Rinaldi (Direttore della Caritas di Reggio Emilia) e gli operatori del Centro di Ascolto che hanno curato la raccolta dei dati.
Oltre ai dati delle persone che si sono rivolte nel 2017 al Centro di Ascolto diocesano di Via Adua, quest’anno saranno presentati anche dati e riflessioni provenienti da 25 Centri di Ascolto parrocchiali o zonali del territorio diocesano.
I dati raccolti dalla Caritas non sono sicuramente esaustivi riguardo il tema della povertà a Reggio Emilia e provincia, ma sono capaci di fornire uno spaccato particolare e interessante della nostra società attraverso informazioni “uniche”, raccolte e commentate da coloro che direttamente incontrano le persone in difficoltà.

laliberta.info

In occasione delle Olimpiadi del 2020 la capitale giapponese progetta di dotare alcune vie cittadine con un asfalto a pannelli solari per recuperare l’energia dal passaggio di auto e pedoni

La pavimentazione di una strada a pannelli solari sperimentata in Francia

La pavimentazione di una strada a pannelli solari sperimentata in Francia

Le Olimpiadi sono un grande contenitore. Di sport, di emozioni, di storie. Ma anche un’occasione per dimostrare come un Paese sappia guardare avanti. Per questo non stupisce che la prossima edizione dei Giochi, quella diTokyo 2020, prometta di offrire al mondo spunti tecnologici di grande rilievo, specie per quanto riguarda lamobilità. La più interessante riguarda le strade: Tokyo ha annunciato che molti chilometri dell’asfalto cittadino verranno coperti con pannelli fotovoltaici per generare elettricità. Il passaggio delle auto che crea energia dunque, ma non solo. L’amministrazione metropolitana sta valutando anche di far realizzarepavimentazioni che producono elettricità grazie alle vibrazioni causate dal passaggio dei pedoni.

Le strade solari, che saranno testate nei prossimi mesi, sono già state sperimentate in Francia per le automobili e in Olanda nelle piste ciclabili. In Giappone il mese scorso è stata realizzata una strada solare nella prefettura di Kanagawa, la seconda più popolosa del Paese dopo Tokyo. Nel parcheggio di un negozio sono stati installati pannelli fotovoltaici ricoperti da una speciale resina protettiva, per prolungarne la durata e consentire il passaggio delle auto. Insieme alle pavimentazioni che generano elettricità da usare negli edifici, ad esempio per far funzionare le scale mobili, le strade solari sono una delle tecnologie a cui Tokyo guarda per centrare i suoi target sulle fonti rinnovabili. La città si è impegnata a raggiungere il 30% di energie “verdi” entro il 2030, a fronte del 12% del 2016.

Anche per questo riguarda le auto, le prossime Olimpiadi avranno il meglio di quanto la tecnologia ad alimentazione a “zero emissioni” offre al pubblico. Toyota sta pensando allo sviluppo di un veicolo elettrico da presentare in occasione dei Giochi. Le vetture eco-compatibili della casa nipponica, tra i principali sponsor dell’evento, verranno utilizzate per trasportare atleti e funzionari all’interno del villaggio olimpico e nei luoghi di svolgimento delle gare. Non solo elettrico però: Toyota sta valutando anche la possibilità di mettere a disposizione della manifestazione vetture a idrogeno come la berlina Mirai, che non emettono anidride carbonica, ma solo vapore acqueo. Intanto il marchio nipponico ha già introdotto da qualche mese sulle strade della capitale giapponese i primi bus a celle a combustibile, con l’obiettivo di metterne in circolazione un centinaio in totale entro l’apertura delle Olimpiadi.

In vista di Tokyo 2020 poi, Toyota, in collaborazione con Cartivator, sta progettando anche un modello di auto volante: per Skydrive (così si chiama il progetto), dal 2015 a oggi, sono stati stanziati 350 mila dollari e un primo prototipo è già stato presentato. Nella visione finale dei progettisti, l’auto volante sarà in grado di trasportare una persona alla volta e raggiungere una velocità massima di 100 km/h volando a 10 metri dal suolo. Una visione, appunto. La tecnologia esistente è già abbastanza evoluta per viaggiare come sappiamo: con i piedi per terra si sta sempre molto meglio.

da Avvenire

Asti. Così l’«Albergo etico» dà lavoro (vero) ai Down

Così l’«Albergo etico» dà lavoro (vero) ai Down

Ad Asti, in un’antica casa di ringhiera con il fascino degli edifici di un tempo, c’è un albergo del tutto speciale. È l’«Albergo etico», canale privilegiato per l’inserimento lavorativo di persone con disabilità o portatrici della sindrome di Down, che compie tre anni. Per festeggiarlo si è tenuto un evento a Palazzo Mazzetti a cui hanno partecipato il campione paralimpico Francesco Bocciardo e il suo allenatore Luca Puce.
Più che un semplice luogo di soggiorno, «Albergo etico» è una storia di accoglienza a tutto tondo: si occupa infatti di favorire la piena inclusione sociale e il collocamento lavorativo di persone con disabilità, attraverso un percorso triennale di formazione/lavoro che è un vero cammino di autonomia e indipendenza.
L’Associazione Albergo etico, nata nel 2009, è diventata oggi una cooperativa sociale in costante crescita, punto di riferimento per l’accoglienza turistica accessibile ad Asti e pioniera nei progetti di autonomia personale e professionale di ragazzi con disabilità intellettiva.


Alex Toselli, presidente della cooperativa, ha portato i suoi ragazzi al Parlamento Europeo a Bruxelles, al Quirinale a incontrare il presidente della Repubblica, in Vaticano a stringere la mano a papa Francesco e persino a correre la maratona di New York.
Nel mese di settembre aprirà una nuova struttura a Roma, a pochi passi da piazza del Popolo, in pieno centro storico: 17 camere con servizio di bar e ristorazione. Coinvolgerà circa 75 persone con disabilità, 35 imprenditori del settore alberghiero e cinque nuovi imprenditori sociali nei primi 18 mesi. Stanno fiorendo realtà di Albergo etico anche in Argentina (Villa Carlos Paz), negli Stati Uniti (Miami), in Norvegia, Spagna, Slovacchia (Bratislava) e in Australia (Sydney e Blue Mountains).
In questi tre anni sono state coinvolte quasi 60 persone con disabilità intellettiva provenienti da tutta Italia, con una percentuale di stabilizzazione lavorativa al termine del processo di formazione vicina al 75%. La cooperativa sociale Download ha raggiunto l’utile di esercizio nel secondo anno di attività, utilizzando la marginalità positiva per incrementare le attività di supporto sociale e la crescita del progetto di formazione. L’Unione Europea ha riconosciuto Albergo etico e il progetto Download come esperienze di valore nell’ambito dell’inclusione sociale.


Solo in Italia vivono circa 35mila persone affette da sindrome di Down, per le quali le statistiche attuali attribuiscono un grado di occupazione stabile non superiore al 16%. «Albergo etico» è stato quindi in grado di impattare in modo significativo su queste persone, consentendo a un’ampia platea di disabili intellettivi di trovare stabilità lavorativa, soprattutto nella fascia 18-35 anni.

da Avvenire

Filosofia. Educazione e democrazia: nella comunità nasce l’uomo libero

Educazione e democrazia: nella comunità nasce l'uomo libero

«La conoscenza è una costruzione sociale, il prodotto di una ricerca comunitaria, la partecipazione a una comunità che persegue una conoscenza imperniata sulla cooperazione poiché noi costruiamo avvalendoci di idee di altri e arriviamo poi a identificarci con le realizzazioni dell’intero gruppo». Insomma non resta che «vivere una vita di ricerca» maturando la consapevolezza che «il pensiero è una forma di dialogo interno e il dialogo presuppone una comunità, ecco una delle intuizioni fondamentali di Charles Pierce». Suona così, in estrema sintesi, il pensiero della filosofa americana dell’educazione Ann Margaret Sharp (1942-2010). Per lei solo attivando una comunità di ricerca filosofica è possibile realizzare la personalità di donne e uomini, dare origine a forme di convivenza democratiche e imparare a fare esperienza della libertà. La ricerca filosofica condotta in solitaria, davanti alle pagine di un libro, è vana illusione. Di più. Compromette la possibilità di edificare modi di convivenza democratica. Solo se la ricerca filosofica di comunità diventa habitus fin da bambini è possibile perseguire la libertà perché «si apprende – a dire della filosofa d’Oltreoceano – a porre il proprio io in prospettiva».

A diffondere questa pratica filosofica, come irrinunciabile requisito non solo per fare filosofia ma pure per diventare cittadini liberi di una democrazia, Ann Sharp ha dedicato tutta la vita. In Italia è praticamente sconosciuta se si esclude L’ospedale delle bambole e Dare senso al mio mondo, dati alle stampe quasi vent’anni fa da Liguori, testo e manuale di una parte del curricolo di Philosophy for Children. Per dirla tutta però non è che il Belpaese pecchi di provincialismo. Nel resto del mondo Sharp non ha raccolto maggior fortuna malgrado i riconoscimenti tributati, tra gli altri, da Martha Nussbaum e Howard Gardner.

A favorire una diversa fortuna non hanno certo contribuito la dispersione dei suoi lavori in una miriade di riviste di difficile reperibilità né la scelta di concentrarsi sulla pratica didattica a fianco di Matthew Lipman anziché sulla riflessione teoretica. E si sa che i filosofi, quelli con la puzza sotto il naso ovviamente, considerano con sussiego se non addirittura spregio chi si occupa di tecniche di apprendimento e insegnamento ritenendole esanimi e estranee alla filosofia.

Eppure al centro delle preoccupazioni di Ann Sharp figurano temi che abitano da sempre la ricerca filosofica. Generazione di pensiero, costruzione di comunità, ricerca della libertà. E, perché no?, promozione della democrazia. Un primo passo per rendere giustizia alla pensatrice americana ora Routledge, uno dei maggiori editori al mondo, pubblica un’importante antologia. Si tratta di In Community of Inquiry with Ann Margaret Sharp. Childhood, Philosophy and Education curato da Maughn Rollins Gregory e Megan Jane Laverty (pagine 264, euro 116,00) che comprende, oltre a molti saggi della filosofa newyorkese, anche numerosi contributi critici per coglierne tutte o molte delle sfaccettature.

Di formazione cattolica, Ann Sharp, dopo i primi interessi teologici e una appassionata frequentazione con sant’Agostino, decide di dedicarsi alla filosofia al punto da concludere, nel 1973, il suo percorso di studi universitari con una dissertazione sulla filosofia dell’educazione in Friedrich Nietzsche, dal titolo suggestivo: The Teacher as Liberator, l’insegnante come liberatore. E proprio il Solitario di Sils Maria segna un passaggio significativo nel cammino di pensiero di Ann Sharp come sottolinea Stefano Oliverio dell’Università Federico II di Napoli, in uno dei saggi critici più perspicui contenuti nell’antologia. A Nietzsche, e prima ancora a Eraclito, Sharp deve la critica al sapere inteso come accumulo di conoscenze. Come gli deve la scoperta dell’importanza dell’innocenza infantile per non farsi schiacciare dalle conoscenze pregresse. E la riconquista dello stupore infantile, della sua leggiadria e noncuranza sono «obiettivo e fine – secondo la pensatrice – dell’educazione». Solo così si coglie «la libertà – scrive Sharp – come riconquista rinnovata e ripetuta dell’attitudine del bambino verso la vita; e questo è un processo infinito senza il quale l’incapacità di creare di nuovo predomina».

Eppure il cammino educativo non è un cammino indolore. Per realizzarlo occorre «scuotere gli allievi da ogni compiacimento». E il bambino o l’uomo deve «fare esperienza – prosegue la pensatrice americana – della propria inadeguatezza per poi conquistare la necessaria sprezzatura indispensabile a iniziare la ricerca della liberazione». Solo una volta fatti i conti con la propria inadeguatezza «giovani donne e giovani uomini », grazie a una comunità di ricerca, «si preparano a confrontarsi con le forze che li assediano, a formulare giudizi su ciò che è possibile e ciò che è desiderabile, a impegnarsi in un lavoro creativo che renda – scrive Ann Sharp – il desiderabile reale portando valore e significato alle loro vite e alle vite delle loro comunità».

da Avvenire