Figli meno intelligenti dei papà, scendono i punteggi del QI

Uno studio su 730.000 uomini indica che a partire dagli anni '70 i punteggi dei test de'intelligenza stanno diventando sempre più bassi (fonte: v i p e z, Flickr) © Ansa

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I punteggi dei test sul Quoziente d’Intelligenza (QI) hanno cominciato a scendere a partire dagli anni ’70, con una media di 7 punti per ogni generazione: lo ha scoperto la ricerca condotta su 730.000 test dal 1970 al 2009, da Bernt Bratsberg e Ole Rogeberg del Centro Ragnar Frisch per la Ricerca Economica in Norvegia. Lo studio, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, indica tra le possibili cause la tendenza dei bambini di oggi a leggere poco e passare molto tempo con i videogiochi.

Ricerche precedenti avevano mostrato che nel corso dell’ultimo secolo il QI era in crescita, un fenomeno conosciuto come effetto Flynn, probabilmente grazie a un insieme di fattori: milgioramenti nell’alimentazione, nella salute e nell’educazione e altri. Ma ora sembra che la tendenza si sia invertita: i ricercatori hanno analizzato i test di730.000 giovani uomini durante l’ingresso nel servizio militare norvegese, dal 1970 al 2009, scoprendo che i valori non solo hanno smesso di salire ma stanno calando ad ogni generazione.

I risultati sono stati confermati anche da altri studi. Ad esempio uno studio britannico ha recentemente scoperto che i valori del QI sono diminuiti tra 2,5 e 4,3 punti ogni decennio a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Un altra ricerca statunitense ha rilevato che i bambini che mangiano molto pesce diventano più intelligenti, un tipo di dieta che purtroppo è assente in molti Paesi. Bratsberg e Rogeberg suggeriscono possibili spiegazioni per il fenomeno: oltre a fattori ambientali potrebbero essere responsabili anche cambiamenti nello stile di vita e nei sistemi educativi, insieme alla tendenza dei bambini a preferire i videgiochi ai libri.

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UN PROF BRAVO CAMBIA LA VITA DEGLI ALUNNI, MA È SOLO PER ELITE Rapporto Ocse, nel mondo docenti più preparati e pagati. Solo 3% vuole insegnare

Una scena del film cult L' attimo fuggente di Peter Weir con Robin Williams, professore travolgente © Ansa

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Il prof bravo può cambiare la vita agli studenti che hanno la fortuna di incontrarlo ma è difficile che i docenti migliori si trovino in scuole che si trovano in contesti economici e sociali svantaggiati: il 97% degli insegnanti più qualificati hanno infatti una cattedra in scuole di elite anche se pubbliche. E’ questo uno dei dati più significativi che emerge, per l’Italia, dal Rapporto Ocse-Pisai.
Lo studio, che analizza i dati di 69 Paesi che hanno partecipato all’indagine per individuare le più efficaci politiche per l’insegnamento, evidenzia anche che in Italia solo 3 studenti su 100 ha risposto “insegnante” alla domanda posta tra gli studenti 15enni: “Quale lavoro pensi che farai quando avrai 30 anni?”. DI questi, il 5% sono ragazze, l’1% maschi. Spesso però questo ‘vivaio’ di futuri docenti italiani ha livelli di competenze in lettura e matematica inferiori rispetto agli studenti stranieri che si sono proiettati verso lavori che richiedono una qualifica universitaria. In Paesi quali la Corea, la Germania, il Giappone, la Nuova Zelanda o la Svizzera – rileva il Rapporto – il ‘vivaio’ dei “futuri docenti” è composto dai migliori studenti del Paese. E questo finisce per spiegare non solo i salari più elevati, ma anche il livello di esigenza e professionalità richiesto ai docenti, che contribuisce al loro prestigio nella società. Un po’ a sorpresa il Rapporto promuove non solo l’autonomia delle scuole per quanto riguarda la scelta dei docenti, “non è un ostacolo all’equità nell’accesso ad un insegnamento di qualità, contrariamente a quello che si potrebbe temere”; ma anche l’aumento, in parallelo, delle responsabilità dei capi di istituto (in qualche modo sulla linea della riforma della Buona Scuola italiana), “che possono svolgere, se preparati per questo compito, un ruolo importante per attrarre, accompagnare, e formare docenti che rispondono alle esigenze della realtà educativa locale”. Lo studio raccomanda quindi di creare le condizioni che permettano veramente di attrarre insegnanti qualificati e efficaci nelle scuole più “difficili” proprio perchè i divari tra gli studenti sono in gran parte dovuti alla diversa qualità della docenza. Gli studenti con status socio-economico svantaggiato, inoltre, hanno più spesso, rispetto ai loro coetanei più fortunati, insegnanti precari o con minore anzianità di servizio.

Questo divario tende ad essere ampio non solo in Italia, ma anche in Francia, Paesi Bassi, e nel sistema scolastico pubblico degli Stati Uniti mentre in Paesi come Canada, Finlandia, Giappone o Corea, le qualifiche, le credenziali e l’esperienza degli insegnanti sono più equilibrate tra le scuole.

Il neoministro dell’Istruzione Marco Bussetti, ad una delle sue prime uscite pubbliche, si è detto “consapevole dell’importanza” dei suoi compiti, e si è impegnato a risolvere le criticità che si presenteranno e a trovare le strategie più idonee al passa con i tempi. “In questo processo – ha sottolineato – saranno impegnate tutte le componenti della scuola; se vogliamo inaugurare il rilancio serve un impegno che coinvolga tutta l’Italia”. Rispondendo ai cronisti, il titolare del Miur ha detto che la Buona Scuola verrà migliorata, che verrà affrontato il tema delle paritarie come quello delle maestre diplomate che rischiano il posto dopo la sentenza del Consiglio di Stato del dicembre scorso, e, quanto ai cellulari in classe, se esistono i regolamenti d’istituto che rientrano nell’autonomia didattica, è pur vero che la legge appena approvata in Francia che li vieta “è una opportunità per riflettere sull’uso consapevole dei telefonini in classe: ben venga”.

Nuovo malware attacca Italia, ruba password banca e mail Arriva via posta elettronica, italiano scorretto e finto allegato Word

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L’Italia sotto attacco di nuova variante di un virus malevolo, un malware che si chiama Ursnif, capace di rubare password usate per l’home banking, gli acquisti online e la posta elettronica. E’ stata individuata dai ricercatori di CSE, CybSec Enterprise, e funziona in questo modo: le vittime ricevono un’email con allegato un documento Word che richiede l’abilitazione di una serie di comandi che permettono la visualizzazione dello stesso. L’email contiene anche una discussione pre-esistente tra mittente e destinatario.

Per la società di sicurezza, il virus malevolo si sta diffondendo in queste ore facendo ingenti danni a consumatori, giornalisti, impiegati d’azienda. Il malware è programmato per sopravvivere e restare attivo anche al riavvio del computer, in questo modo il programma garantisce a se stesso la propria esecuzione ogni volta che il pc viene acceso. Analizzando il sito da cui viene scaricato – spiegano i ricercatori – si vede che all’interno è presente una sorta di collezione di campioni dello stesso malware e le statistiche di infezione per ogni file.

Secondo CybSec Enterprise le caratteristiche del messaggio a cui fare attenzione sono queste: il testo della mail è formulato in un italiano scorretto; l’allegato è un documento Word che finge di essere stato creato con una versione precedente di Microsoft Office e invita l’utente ad abilitare le funzioni per essere letto; il nome di questo file è caratteristico, in quanto contiene un riferimento della vittima. Se si abilita il contenuto si attiva uno script malevolo che si collega a Internet e scarica dal proprio server il malware.

“In uno scenario in cui i virus evolvono conservando le caratteristiche delle versioni precedenti aggiornate per aggirare ed eludere l’individuazione da parte dei software di protezione, in caso di individuazione degli elementi dannosi è importante rivolgersi subito a degli esperti per disinnescare la minaccia”, dicono i ricercatori di Cse Cybsec.

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‘C’è una vera emergenza educativa’ Lo denuncia la Garante Infanzia. ‘Servono tutori per minori’

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(ANSA) – ROMA, 13 GIU – Contro quella che definisce “una vera e propria emergenza educativa”, l’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano chiede, nella relazione al Parlamento 2017 presentata oggi al Senato alla presenza del presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati, di introdurre “la mediazione” come materia scolastica. Presenti il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana e il sottosegretario alle Pari opportunità e giovani Vincenzo Spadafora. Albano chiede anche che vengano nominati quanto prima i tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati. “Questi minorenni – sottolinea – sono i più vulnerabili tra i vulnerabili: più di 9 su 10 dei ragazzi scomparsi in Italia sono minori stranieri non accompagnati”.

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