Domenica delle Palme 2018 Foglietto, Letture e Salmo

Domenica delle Palme (ANNO B)

Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Rosso

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È allo stesso tempo l’ora della luce e l’ora delle tenebre.
L’ora della luce, poiché il sacramento del Corpo e del Sangue è stato istituito, ed è stato detto: “Io sono il pane della vita… Tutto ciò che il Padre mi dà verrà a me: colui che viene a me non lo respingerò… E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto mi ha dato, ma lo risusciti l’ultimo giorno” (Gv 6,35-39). Come la morte è arrivata dall’uomo così anche la risurrezione è arrivata dall’uomo, il mondo è stato salvato per mezzo di lui. Questa è la luce della Cena.
Al contrario, la tenebra viene da Giuda. Nessuno è penetrato nel suo segreto. Si è visto in lui un mercante di quartiere che aveva un piccolo negozio, e che non ha sopportato il peso della sua vocazione. Egli incarnerebbe il dramma della piccolezza umana. O, ancora, quello di un giocatore freddo e scaltro dalle grandi ambizioni politiche.
Lanza del Vasto ha fatto di lui l’incarnazione demoniaca e disumanizzata del male.
Tuttavia nessuna di queste figure collima con quella del Giuda del Vangelo. Era un brav’uomo, come molti altri. È stato chiamato come gli altri. Non ha capito che cosa gli si faceva fare, ma gli altri lo capivano? Egli era annunciato dai profeti, e quello che doveva accadere è accaduto. Giuda doveva venire, perché altrimenti come si sarebbero compiute le Scritture? Ma sua madre l’ha forse allattato perché si dicesse di lui: “Sarebbe stato meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!”? Pietro ha rinnegato tre volte, e Giuda ha gettato le sue monete d’argento, urlando il suo rimorso per aver tradito un Giusto. Perché la disperazione ha avuto la meglio sul pentimento? Giuda ha tradito, mentre Pietro che ha rinnegato Cristo è diventato la pietra di sostegno della Chiesa. Non restò a Giuda che la corda per impiccarsi. Perché nessuno si è interessato al pentimento di Giuda? Gesù l’ha chiamato “amico”. È veramente lecito pensare che si trattasse di una triste pennellata di stile, affinché sullo sfondo chiaro, il nero apparisse ancora più nero, e il tradimento più ripugnante? Invece, se questa ipotesi sfiora il sacrilegio, che cosa comporta allora l’averlo chiamato “amico”? L’amarezza di una persona tradita? Eppure, se Giuda doveva esserci affinché si compissero le Scritture, quale colpa ha commesso un uomo condannato per essere stato il figlio della perdizione?
Non chiariremo mai il mistero di Giuda, né quello del rimorso che da solo non può cambiare nulla. Giuda Iscariota non sarà più “complice” di nessuno.

 

Giornata Mondiale diocesana della Gioventù 2018

La 33a Giornata Mondiale della Gioventù sarà celebrata a livello diocesano, come di consueto, nella Domenica delle Palme, il prossimo 25 marzo. Il direttore del Servizio per la Pastorale Giovanile, don Carlo Pagliari, subito ricorda che siamo a metà di un trittico mariano disegnato da papa Francesco: nel 2017 il titolo era “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente” (Lc 1,49), quest’anno è “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1,30) e tra soli dieci mesi il percorso culminerà nella 34a Gmg internazionale a Panama, intorno al tema “Ecco la serva del Signore; avvenga per me secondo la tua parola” (Lc 1,38). In coerenza con la meditazione avviata nelle Gmg dal 2014 al 2016, incentrate sulle Beatitudini, il cammino spirituale tracciato dal Papa prosegue indicando come modello Maria, colei che tutte le generazioni chiameranno beata (cfr. Lc 1, 49). Si coglie anche la sintonia con la riflessione che Francesco affida al prossimo Sinodo dei vescovi, “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”.

Già intravedendo dunque l’appuntamento extra-continentale che, come annunciato dall’arcivescovo di Panama José Domingo Ulloa Mendieta, si terrà dal 22 al 27 gennaio 2019 nel Paese del Canale, eccoci a guardare più vicino, a Reggio Emilia città, dove domenica 25 marzo la Gmg si concentrerà in tre ore, dalle 16.30 alle 19.30, anche in caso di maltempo.
“Quest’anno – spiega don Carlo – abbiamo deciso di dedicare gli eventi a fasce di età più specifiche: mentre i venerdì sera con il Vescovo sono per i giovani dai 19 ai 30 anni, la Gmg è pensata per gli adolescenti (14-19 anni) e per i loro educatori”. La prima parte dell’incontro si vivrà in Duomo. “Tutto l’evento – continua don Pagliari – è progettato come un unico itinerario educativo, un percorso dalla Cattedrale alla Ghiara. Per lavorare sul tema della Gmg, Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio, sintetizzato in Non temere, e sul vangelo dell’Annunciazione, partiremo con una lettura del libro Oscar e la Dama in rosa interpretata come graphic novel da Francesco De Benedittis con i suoi disegni e accompagnata da un musicista, sempre live. Seguirà l’intervento del nostro Vescovo”.

laliberta.info

Il mercato. Volkswagen a metano, un successo travolgente (anche troppo)

Volkswagen a metano, un successo travolgente (anche troppo)

In attesa della nuova generazione di vetture elettriche (entro il 2025 il gruppo Volkswagen produrrà oltre 30 modelli), il costruttore di Wolfsburg punta sul metano (e sul biometano), tanto da metterlo a disposizione ormai su tutti i suoi modelli più venduti: la eco up! (disponibile a metano dal 2013), la Golf TGI (dal 2014) e, dal 2017, laPolo. Interessante la mix di vendita: una up! venduta su quattro è oggi a metano mentre, per quanto riguardaPolo e Golf, il valore è una su tre.

I vantaggi. Perché questa decisione di puntare con così forte convinzione sul gas? Lo abbiamo chiesto a Francesco Furlan, responsabile marketing di Volkswagen Italia. «Rispetto a benzina e gasolio – spiega Furlan – il metano fornisce una quantità di energia notevolmente superiore: 1 kg di gas metano corrisponde rispettivamente a 1,3 litri di gasolio e a 1,5 litri di benzina. La capacità di 1 kg di gas metano è di 11,69 kWh, che scende a 9,86 per il gasolio, e a 8,77 per la benzina. Inoltre, il gas offre il vantaggio di poter essere ottenuto da materie prime rinnovabili in modo da neutralizzare le emissioni di CO2: per esempio, ciò significa che nella combustione del biometano prodotto in modo industriale (che ha la stessa struttura chimica del gas naturale) viene rilasciata la medesima quantità di CO2 che è stata precedentemente assorbita dalla crescita delle relative piante».

Il confronto. Normalmente le vetture a metano costano un po’ di più rispetto a quelle a benzina ma la differenza di prezzo dei carburanti (-30% in confronto al diesel e -55% rispetto alla benzina), permette di recuperare la differenza nel giro di uno o due anni, a seconda di quanti chilometri si percorrono mediamente. Il listino della eco up! parte da 13.750 euro (+ 2.250 rispetto al benzina); quello della Polo parte da 16,600 (+ 2.300) e quello della Golf parte da 23.250 (+ 2.150).

Tutto esaurito. Troppo successo però porta anche a conseguenze non del tutto positive. Volkswagen ha infattisospeso gli ordini di Polo, Golf e Golf Variant a metano. I modelli a gas naturale hanno visto nelle ultime settimane un incremento notevole delle vendite: un successo che dimostra come, nel nostro Paese, questa alimentazione possa riscuotere i favori dei consumatori in ragione del risparmio che offre e della rete, che negli anni si è allagata, soprattutto al Centro-Nord, e conta oggi 1.200 distributori. Le concessionarie, anche grazie alla promozione che prevede per la Golf TGI lo stesso prezzo della versione a benzina (da 17.900 euro), hanno esaurito la quota di vetture assegnata al mercato italiano. Per evitare attese eccessivamente lunghe, dunque, la Casa ha deciso di sospendere i nuovi ordini almeno fino all’estate.

Sotto il cofano. La eco up! è spinta da un 1.0 litri da 68 CV e 90 Nm d coppia massima con un’autonomia dichiarata di 380 km; la Polo (autonomia dichiarata di 390 km) ha lo stesso motore di 1.0 l ma con potenza (90 CV) e coppia (160 Nm) maggiori mentre, la Golf TGI, ha un bel 1.4 litri da 110 CV, 200 Nm di coppia massima e un’autonomia dichiarata di ben 420 km. La eco up! è quella che nel nostro test ci ha sorpreso di più perché, soprattutto in città, si disimpegna alla grande, consumando davvero poco. Ottimo lo sterzo (e il raggio di sterzata), così come la maneggevolezza e l’agilità. La Polo, arrivata alla sesta generazione con in archivio più di 14 milioni di esemplari venduti, è una delle auto più grandi tra le… piccole. E non si offenderà nessuno se la definiamo la “piccola Golf”. Tutta nuova, quindi, dal motore tre cilindri all’estetica e, soprattutto, con una dotazione di serie notevole. A bordo, onestamente, solo un “Golfista doc” è in grado di notare le differenze con la sorella maggiore con la quale condivide comfort, tenuta di strada (ottima), sicurezza generale (e non è una semplice impressione) e il classico piacere di guida.

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