Giornata nazionale. Cibo, la legge antisprechi funziona: donazioni su del 20 per cento

Cibo, la legge antisprechi funziona: donazioni su del 20 per cento

Oggi si celebra la quinta giornata nazionale contro lo spreco alimentare. Istituita nel 2014 per iniziativa del ministero dell’Ambiente, quest’anno assume un valore particolare, perché diventa anche l’occasione per effettuare il primo ‘tagliando’ alla legge anti-sprechi varata nell’agosto del 2016. La misura, concepita sull’onda di quella messa in campo dalla Francia l’anno precedente, ha già mostrato di funzionare meglio.

Mentre Oltralpe, infatti, è stato introdotto un obbligo di donare e un regime sanzionatorio per chi non lo fa, in Italia – forti della presenza già consolidata del Terzo settore in questo campo – si è preferito mordere i rigori della crisi (e il conseguente aumento delle povertà) puntando su incentivi, sgravi e alleggerimenti burocratici destinati soprattutto alle aziende del settore alimentare che decidono di non gettare l’invenduto.

Ne sono scaturiti possibili sconti sulla Tari (la tassa sui rifiuti) nonché agevolazioni Iva e sulle imposte dirette, e una semplificazione delle pratiche burocratiche finalizzate alla donazione. Il primo fatto virtuoso è stato posto in essere dallo stesso Parlamento, che – dopo le benevole astensioni delle opposizioni, in prima lettura, alla Camera – ha dato il via libera definitivo al Senato (dove il voto di astensione vale per regolamento come voto contrario) con un consenso praticamente unanime. Il che pone la norma al riparo da possibili ripensamenti con i nuovi equilibri che il cambio di legislatura potrebbe portare. Ma il fenomeno più virtuoso si è verificato in seguito, in fase di attuazione.

Alle catene di grande distribuzione si sono aggiunti circa 264mila negozi alimentari, bar e ristoranti. Le stime della fondazione Banco alimentare, la più grande realtà italiana di recupero del cibo e sostegno ai bisognosi, parlano in questo anno e mezzo di un aumento di ben oltre il 20 per cento del recupero di eccedenze dalla grande distribuzione, da settembre 2016 a settembre 2017, grazie ad un incremento delle donazioni e un aumento dei punti vendita: in 12 mesi sono state raccolte 4.103 tonnellate di alimenti contro le 3.147 precedenti.

Un fenomeno che funge da volano a tutto il mondo del volontariato impegnato nella lotta alla povertà. Il Banco alimentare ha distribuito nel 2016 ben 66.478 tonnellate di alimenti a 8.035 strutture caritative che aiutano 1.585.373 persone. Intanto i primi Comuni, ad esempio Empoli e a Varese, hanno concesso sconti – previsti dalla norma – fino al 20 per cento sulla Tari a supermercati e negozi che raccolgono generi alimentari in eccedenza e li donano. E c’è anche chi ha fatto esercizio di fantasia. A Carpi si sperimenta ‘Il pane in attesa’ che, sul modello del ‘caffè sospeso’, consente ai clienti di donare un quantitativo di pane acquistato in eccedenza. E a Scandicci nelle scuole è partito il progetto ‘Salvamerende’: ai bambini viene dato un sacchetto dove conservare gli alimenti non deperibili (pane, frutta, merendine) che non riescono a consumare a pranzo.

da Avvenire

Musica. A Sanremo le canzoni prima di tutto. Martedì 6 si apre il festival

(Ansa)

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“La stella polare di questo festival è la canzone italiana. Averla nel sottotitolo del Festival e averlo a volte dimenticato mi è sembrato un torto per riparare”. Claudio Baglioni ha dato il via oggi 5 febbraio alle danze per la 68ma edizione del Festival di Sanremo, che si aprirà domani 6 febbraio per chiudere il 10 febbraio su Rai 1.

Il direttore artistico Baglioni alla sua prima conferenza stampa all’Ariston cantautore alla guida del Festival ha annunciato che la canzone italiana sarà al centro anche di una serie di omaggi ad artisti che non ci sono più: “Cominceremo con Luis Bacalov, che omaggeremo io e Gianni Morandi. Con Il Volo renderemo omaggio a Sergio Endrigo, con Gino Paoli e Danilo Rea a Umberto Bindi e Fabrizio De Andrè, con Piero Pelù a Lucio Battisti. Poi ancora ci saranno degli omaggi a Luigi Tenco e Giorgio Gaber. Sabato con Fiorella Mannoia duetteremo sabato su un pezzo Fossati”.

Insomma, una grande festa della musica italiana, fra la gara con 20 Artisti e 8 Nuove Proposte e l’intervento di una miriade di superospiti impegnati, secondo le indicazioni di Baglioni, sia a interpretare brani propri sia della storia della musica. Pezzali, Rega e Nek canteranno con lui “Strada facendo” e anche una sorpresa ci sarà con Laura Pausini. Infine gli ospiti stranieri come Sting e Shaggy, mentre James Taylor duetterà con Giorgia. Anche Mina apparirà all’Ariston per la finalissima in un ologramma 3D, cantando il brano ’Another day of sun’, dal film ’La La Land’ grazie all’iniziativa di Tim, sponsor unico del festival. Inoltre a Milva verrà assegnato il Premio Città di Sanremo alla carriera che verrà ritirato venerdì dalla figlia. Domani a scaldare il pubblico arriverà Fiorello e mercoledì a sostegno del Festival Pippo Baudo.

Michelle e i fiori contro la violenza

(Ansa)

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Un fiore contro la violenza sulle donne. A lanciare l’iniziativa il sindaco di Sanremo Alberto Biancheri che ha consegnato a Michelle Hunziker un ranuncolo speciale dal titolo “Io sono qui” come il brano di Baglioni. Entusiasta Michelle, da anni in prima linea con la onlus Doppia Difesa, ha distribuito i ranuncoli in sala stampa ed ha invitato anche tutti gli artisti ad aderire indossandolo all’Ariston. “Lanciamo un hastag #IoSonoQui insieme a questo fiore – ha detto la bionda Michelle – Per noi diventa il simbolo della lotta alle molestie, alla violenza e a ciò che offende. Mi piacerebbe se i cantanti sul palco, si mettessero questa spilla col fiore, un modo delicato per dare un segnale. Inoltre abbiamo pensato a un numero sul palco del Festival che riguarderà questo tema”.

da Avvenire

L’annuncio del Papa. Il 23 febbraio Giornata di preghiera e digiuno per la pace

Il 23 febbraio Giornata di preghiera e digiuno per la pace

Papa Francesco all’Angelus, riferendosi al Vangelo di Marco che mette in risalto “il rapporto tra l’attività taumaturgica di Gesù e il risveglio della fede”, ha sottolineato che “la guarigione del corpo mira alla guarigione del cuore”. “Una volta liberati dalle strette del male e riacquistate le proprie forze in seguito all’intervento di Gesù” – ha affermato Francesco – bisogna mettersi “al servizio del Signore”. “Gesù – ha aggiunto – non è venuto a portare la salvezza in un laboratorio; non fa la predica di laboratorio, staccato dalla gente: è in mezzo alla folla! In mezzo al popolo!”. E l’annuncio del Regno di Dio da parte di Gesù – ha spiegato – “ritrova il suo luogo più proprio nella strada”. “La strada come luogo del lieto annuncio del Vangelo – ha osservato il Papa – pone la missione della Chiesa sotto il segno dell’andare”, del movimento e mai della staticità.

Dopo la preghiera mariana, ricordando “il tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo”, il Pontefice ha esortato ad aderire ad una “speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della Prima Settimana di Quaresima”. La offriremo in particolare per le popolazioni dellaRepubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan. Come in altre occasioni simili, invito anche i fratelli e le sorelle non cattolici e non cristiani ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune. “Il nostro Padre celeste – ha detto il Santo Padre – ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, risana i cuori affranti e fascia le loro ferite”.

Rivolgo un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: “Che cosa posso fare io per la pace?”. Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente “no” alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!

Il pensiero del Santo Padre è andato anche alle popolazioni del Madagascar: desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni del Madagascar, recentemente colpite da un forte ciclone, che ha causato vittime, sfollati e ingenti danni. Il Signore le conforti e le sostenga.

Papa Francesco ha inoltre ricordato che è stato proclamato Beato il giovane Teresio Olivelli, ucciso per la sua fede cristiana nel 1945 nel lager di Hersbruck: egli ha dato testimonianza a Cristo nell’amore verso i più deboli e si unisce alla lunga schiera dei martiri del secolo scorso. Il suo eroico sacrificio sia seme di speranza e di fraternità soprattutto per i giovani.

Ricordando che domenica si celebra in Italia la Giornata per la Vita, il Papa ha espresso infine “apprezzamento e incoraggiamento alle diverse realtà ecclesiali che in tanti modi promuovono e sostengono la vita, in particolare il Movimento per la Vita”. Salutando gli esponenti di queste realtà, “non tanto numerosi”, il Papa ha infine aggiunto: e questo mi preoccupa; non sono tanti quelli che lottano per la vita in un mondo dove ogni giorno si fanno più armi, ogni giorno si fanno più leggi contro la vita, ogni giorno va avanti questa cultura dello scarto, di scartare quello che non serve, quello che molesta. Per favore preghiamo perché il nostro popolo sia più cosciente della difesa della vita in questo momento di distruzione e di scarto dell’umanità.

da Avvenire

Centro America. Messico, agguato in auto. Massacrati due sacerdoti

Padre Germàn Muniz Garcia, una delle due vittime

Padre Germàn Muniz Garcia, una delle due vittime

La festa della Vergine della Candelora, domenica, era andata avanti fino a tardi. I sacerdoti Germán Muñiz García, Iván Añorve e Rogelio, che avevano accompagnato la comunità nella preparazione religiosa, avevano deciso di dormire a Juliantla. Poi, all’alba di lunedì, si erano messi in auto insieme a tre amici in direzione Taxco de Alarcón. All’altezza di Iguala, però, una vettura rossa ha sbarrato loro il passo: un commando armato è saltato giù e li ha crivellati di colpi.

Padre Iván Añorve Jaimes, una delle due vittime

Padre Iván Añorve Jaimes, una delle due vittime

Padre Germán e padre Iván, che si trovavano davanti, sono morti subito, come ha confermato il vescovo dell’arcidiocesi di Chilipacingo-Chilapa a cui appartenevano i preti, monsignor Salvador Rangel Mendoza. Padre Germán, originario di Acapulco, era parroco di Mezcala, mentre padre Iván esercitava il proprio ministero nella parrocchia della Sacra Famiglia, nel comune di Las Vigas. Gli altri quattro passeggeri sono feriti: padre Rogelio è grave ed è ricoverato all’ospedale di Taxco. L’arcidiocesi ha rivolto un appello alle autorità perché si faccia luce sui barbari omicidi. L’ennesimo in una nazione che l’anno scorso ha battuto il record di violenza, con 80 assassinii al giorno. L’aumento vertiginoso si è mantenuto nel 2018: gennaio si è chiuso con 1.562 vittime, due all’ora.

La narco-guerra in corso fra gruppi criminali – è interi pezzi di istituzioni da questi ormai catturate – ha registrato, nell’ultimo anno, un “salto di qualità”. In peggio. Colpa – affermano gli analisti – della frammentazione delle organizzazioni più grandi. Ma anche dell’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale. A luglio ci saranno le presidenziali. Le mafie hanno accelerato la conquista del territorio in modo da poter “trattare” con il nuovo governo da una posizione di forza. Lo Stato del Guerrero, dove sono stati uccisi i sacerdoti, è uno degli epicentri del dramma: là si concentrano le coltivazioni di oppio per soddisfare la crescente domanda di eroina Usa.

Una manifestazione per i 43 studenti scomparsi a Iguala nel 2014 (Lapresse)

Una manifestazione per i 43 studenti scomparsi a Iguala nel 2014 (Lapresse)

Proprio a Iguala furono fatti scomparire, il 26 settembre 2014, i 43 studenti, tuttora “desaparecidos”. Da allora, la situazione è tutt’altro che migliorata. Meno di un mese fa, il 15 gennaio, durante l’ordinazione di otto sacerdoti, monsignor Rangel Mendoza aveva denunciato la tragedia in atto nella regione, con parole forti: «Il Guerrero odora di povertà e di morte». Il vescovo, allora, aveva esortato i preti «a non lasciarsi intimorire» dai narcos.

L’ESCALATION Messico, un omicidio ogni 16 minuti di Lucia Capuzzi

Questi ultimi si accaniscono con particolare ferocia contro quei settori che possono costituire un’alternativa al loro dominio del terrore. Tra cui, appunto, i sacerdoti. Il che spiega il tragico paradosso per cui il Messico, una delle nazioni con il maggior numero di cattolici al mondo, sia anche, negli ultimi anni, quella con più preti e operatori pastorali ammazzati: quattro nel 2017, secondo il rapporto di Fides. Molti di più quelli minacciati. E, nella “terra dei narcos”, con tragica frequenza, alle parole seguono i fatti.

da Avvenire