Africa. Marcia anti-Kabila dei cattolici: otto morti in Congo

Marcia anti-Kabila dei cattolici: otto morti in Congo

E’ di almeno otto morti, inclusi sacerdoti, il bilancio provvisorio degli scontri a Kinshasa, capitale della Repubblica democratica del Congo, dove le opposizioni e la Chiesa Cattolica sono scese in piazza per chiedere la fine del governo del presidente Joseph Kabila. In totale finora sono state arrestate 141 persone dagli uomini di Kabila, al potere dal 2001, succeduto al padre Laurent Desire, pochi giorni dopo il suo assassinio. Riconfermato già due volte, le presidenziali si sarebbero dovute tenere nel 2016 ma ormai è chiaro che non si riparlerà di un nuovo voto almeno fino al prossimo anno, salvo ennesimi rinvii. Kabila è parte di una lunga serie di autocrati africani che, una volta “vinte” le elezioni, fanno fatica a lasciare il potere.

I cattolici congolesi avevano indetto una «marcia pacifica» a un anno dalla firma sotto l’egida dei vescovi di un accordo che prevedeva di tenere le elezioni presidenziali entro la fine del 2017, rinviate invece al prossimo anno. Tuttavia, ieri il governatore di Kinshasa ha vietato la marcia: «La città non ha un numero sufficiente di agenti di polizia per i controlli – ha detto – quindi non rilascio l’autorizzazione».

Sono circa 150 le parrocchie cattoliche che hanno indetto la manifestazione per chiedere il rispetto dell’accordo firmato lo scorso anno a San Silvestro, volto a favorire l’uscita di scena del presidente Joseph Kabila, il cui mandato è scaduto alla fine del 2016.
Intanto, sulla scia di una denuncia per «schiamazzi notturni» presentata dal partito nazionalista vicino al presidente, padre Vincent Tshomba, uno dei decani della Chiesa cattolica di Kinshasa, è stato chiamato a comparire il 27 dicembre dalla giustizia per il cosiddetto «sciopero delle campane».

Padre Tshomba – riferisce l’agenzia Fides –, aveva chiesto a tutti i sacerdoti di Kinshasa di suonare le campane per 15 minuti ogni settimana per chiedere l’applicazione dell’Accordo di San Silvestro. La Conferenza episcopale congolese (Cenco) ha ribadito – in una nota – l’esigenza di applicare le intese e ha chiesto la tenuta di elezioni credibili e trasparenti in un tempo ragionevole.

da Avvenire

Maria Madre di Dio. Papa Francesco: servire la vita umana è servire Dio e ogni vita

“L’anno si apre nel nome della Madre di Dio”. Con queste parole il Papa ha cominciato l’omelia della Messa della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio nell’ottava di Natale e nella ricorrenza della 51.ma Giornata mondiale della Pace sul tema: “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”.

“Madre di Dio è il titolo più importante della Madonna”, ha ricordato il Papa, che si è chiesto: Perché diciamo Madre di Dio e non Madre di Gesù? “In queste parole – ha spiegato Francesco – è racchiusa una verità splendida su Dio e su di noi. E cioè che, da quando il Signore si è incarnato in Maria, da allora e per sempre, porta la nostra umanità attaccata addosso”. “Non c’è più Dio senza uomo”, ha affermato il Papa: “La carne che Gesù ha preso dalla Madre è sua anche ora e lo sarà per sempre”. “Dire Madre di Dio ci ricorda questo”, ha sintetizzato Francesco: “Dio è vicino all’umanità come un bimbo alla madre che lo porta in grembo”.

Perché la fede non sia solo dottrina, abbiamo bisogno tutti di un cuore di madre

Come Maria, la Madre, “firma d’autore di Dio sull’umanità”, “il dono di ogni madre e di ogni donna è tanto prezioso per la Chiesa, che è madre e donna. E mentre l’uomo spesso astrae, afferma e impone idee, la donna, la madre, sa custodire, collegare nel cuore, vivificare”. “Perché la fede – ha sottolineato il Papa – non si riduca solo a idea o dottrina – ha concluso -, abbiamo bisogno, tutti, di un cuore di madre, che sappia custodire la tenerezza di Dio e ascoltare i palpiti dell’uomo”.

“La Madre custodisca quest’anno e porti la pace di suo Figlio nei cuori e nel mondo”. Con questa invocazione papa Francesco ha concluso la sua omelia celebrata oggi primo gennaio, nella Solennità di Maria Santissima Madre di Dio.

“Anche noi, cristiani in cammino, all’inizio dell’anno – ha spiegato – sentiamo il bisogno di ripartire dal centro, di lasciare alle spalle i fardelli del passato e di ricominciare da ciò che conta. Ecco oggi davanti a noi il punto di partenza: la Madre di Dio. Perché Maria è esattamente come Dio ci vuole, come vuole la sua Chiesa: Madre tenera, umile, povera di cose e ricca di amore, libera dal peccato, unita a Gesù, che custodisce Dio nel cuore e il prossimo nella vita. Per ripartire, guardiamo alla Madre. Nel suo cuore batte il cuore della Chiesa”.

Ogni vita va accolta, amata e aiutata

Nella sua Madre, il Dio infinito si è fatto piccolo. L’uomo – ha detto il Papa – “non è più solo”, “mai più orfano”. L’Anno si apre con questa novità e noi la proclamiamo così, dicendo: Madre di Dio! È la gioia di sapere che la nostra solitudine è vinta. È la bellezza di saperci figli amati, di sapere che questa nostra infanzia non ci potrà mai essere tolta. È specchiarci nel Dio fragile e bambino in braccio alla Madre e vedere che l’umanità è cara e sacra al Signore. Perciò, servire la vita umana è servire Dio e ogni vita, da quella nel grembo della madre a quella anziana, sofferente e malata, a quella scomoda e persino ripugnante, va accolta, amata e aiutata.

Il Papa ha anche indicato un modo molto semplice e pratico per imitare Maria: “ritagliare ogni giorno un momento di silenzio con Dio è custodire la nostra anima; è custodire la nostra libertà dalle banalità corrosive del consumo e dagli stordimenti della pubblicità, dal dilagare di parole vuote e dalle onde travolgenti delle chiacchiere e del clamore”.

Papa Francesco: ritagliare ogni giorno un momento di silenzio è antidoto a parole vuote, chiacchiere e clamore

Nella parte centrale dell’omelia della prima Messa del 2018 ha rivolto un invito, a otto giorni dal Natale: “Abbiamo bisogno di rimanere in silenzio guardando il presepe. Perché davanti al presepe ci riscopriamo amati, assaporiamo il senso genuino della vita. E guardando in silenzio, lasciamo che Gesù parli al nostro cuore: che la sua piccolezza smonti la nostra superbia, che la sua povertà disturbi le nostre fastosità, che la sua tenerezza smuova il nostro cuore insensibile”. L’esempio citato è quello di Maria, che “custodiva. Semplicemente custodiva”. “Maria non parla: il Vangelo non riporta neanche una sua parola in tutto il racconto del Natale”, ha ricordato Francesco: “Anche in questo la Madre è unita al Figlio: Gesù è infante, cioè senza parola, è muto. Il Dio davanti a cui si tace è un bimbo che non parla. La sua maestà è senza parole, il suo mistero di amore si svela nella piccolezza. Questa piccolezza silenziosa è il linguaggio della sua regalità. La Madre si associa al Figlio e custodisce nel silenzio”. “E il silenzio ci dice che anche noi, se vogliamo custodirci, abbiamo bisogno di silenzio”, l’invito del Papa.

Le celebrazioni del 31 dicembre 2017

Il senso di gratitudine è “l’unica risposta umana degna del dono immenso di Dio”. “Una gratitudine struggente, che, partendo dalla contemplazione di quel Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia, si estende a tutto e a tutti, al mondo intero”. Così papa Francesco durante i Primi Vespri della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, celebrati nella Basilica San Pietro. Dopo la liturgia, è stato esposto il Santissimo Sacramento ed eseguito l’inno “Te Deum” in segno di ringraziamento al Signore a conclusione del 2017. Al termine della celebrazione, papa Francesco ha raggiunto Piazza San Pietro e ha sostato in preghiera davanti al Presepe.

Il 2017 ferito da opere di morte e guerre

Il rendimento di grazie per l’anno che volge al termine – ha affermato il Papa nell’omelia – non si può discostare dal riconoscere che tutto il bene è dono di Dio. Gesù Cristo ha dato “pienezza al tempo del mondo e alla storia umana”. Ma questo tempo – ha aggiunto il Santo Padre – può essere sfigurato dall’uomo:

Anche questo tempo dell’anno 2017, che Dio ci aveva donato integro e sano, noi umani l’abbiamo in tanti modi sciupato e ferito con opere di morte, con menzogne e ingiustizie. Le guerre sono il segno flagrante di questo orgoglio recidivo e assurdo. Ma lo sono anche tutte le piccole e grandi offese alla vita, alla verità, alla fraternità, che causano molteplici forme di degrado umano, sociale e ambientale. Di tutto vogliamo e dobbiamo assumerci, davanti a Dio, ai fratelli e al creato, la nostra responsabilità.

Gratitudine per quanti contribuiscono al bene di Roma

Ma questa sera – ha detto il Papa – “prevale la grazia di Gesù e il suo riflesso in Maria”: E prevale perciò la gratitudine, che, come Vescovo di Roma, sento nell’animo pensando alla gente che vive con cuore aperto in questa città. Provo un senso di simpatia e di gratitudine per tutte quelle persone che ogni giorno contribuiscono con piccoli ma preziosi gesti concreti al bene di Roma: cercano di compiere al meglio il loro dovere, si muovono nel traffico con criterio e prudenza, rispettano i luoghi pubblici e segnalano le cose che non vanno, stanno attenti alle persone anziane o in difficoltà, e così via. Questi a mille altri comportamenti esprimono concretamente l’amore per la città. Senza discorsi, senza pubblicità, ma con uno stile di educazione civica praticata nel quotidiano. E così cooperano silenziosamente al bene comune.

Il Pontefice ha espresso poi “grande stima per i genitori, gli insegnanti e tutti gli educatori che, con questo medesimo stile, cercano di formare i bambini e i ragazzi al senso civico, a un’etica della responsabilità, educandoli a sentirsi parte, a prendersi cura, a interessarsi della realtà che li circonda”. “Queste persone anche se non fanno notizia – ha detto – sono la maggior parte della gente che vive a Roma”. E tra di loro “non poche si trovano in condizioni di strettezze conomiche; eppure non si piangono addosso, nè covano risentimenti e rancori, ma si sforzano di fare ogni giorno la loro parte per migliorare un pò le cose”. Nel giorno del rendimento di grazie a Dio, Papa Francesco ha esortato infine “ad esprimere anche la riconoscenza per tutti questi artigiani del bene comune, che amano la loro città non a parole ma con i fatti”.

da Avvenire

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE Papa Francesco: Angelus, “auguri di ogni bene per il nuovo anno” e grazie per le “iniziative per la pace”

“Cari fratelli e sorelle, sulla soglia del 2018, rivolgo a tutti il mio cordiale augurio di ogni bene per il nuovo anno, a tutti voi”. Sono le parole del Papa dopo il primo Angelus dell’anno, in cui ha ringraziato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, “per gli auguri che mi ha rivolto ieri sera nel suo Messaggio di fine anno e che ricambio di cuore, auspicando per il popolo italiano un anno di serenità e di pace, illuminato dalla costante benedizione di Dio”. Poi l’apprezzamento di Francesco “per le molteplici iniziative di preghiera e di azione per la pace, organizzate in ogni parte del mondo in occasione dell’odierna Giornata Mondiale della Pace”. “Penso, in particolare – ha proseguito il Papa – alla Marcia nazionale che si è svolta ieri sera a Sotto il Monte, promossa da Cei, Caritas Italiana, Pax Christi e Azione Cattolica”. Non è mancato un saluto ai partecipanti alla manifestazione “Pace in tutte le terre”, promossa a Roma e in molti Paesi dalla Comunità di Sant’Egidio: “Cari amici, vi incoraggio a portare avanti con gioia il vostro impegno di solidarietà, specialmente nelle periferie delle città, per favorire la convivenza pacifica”.

agensir.it

I santi del 02 Gennaio 2018

Santi BASILIO MAGNO E GREGORIO NAZIANZENO   Vescovi e dottori della Chiesa – Memoria
IV secolo
Basilio nacque intorno al 330 a Cesarea di Cappadocia. Compiuti gli studi inferiori in patria, andò a perfezionarsi prima a Costantinopoli, poi ad Atene, dove ebbe per compagno Gregorio di Nazianzo. Ritornato in patria, si dedicò alla vita ascetica. Costruì un monastero e compose 2 regole: una più estesa, l’altra più breve….
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San BASILIO MAGNO   Vescovo e dottore della Chiesa – Memoria
Cesarea di Cappadocia, attuale Kaysery, Turchia, 330 – 1 gennaio 379
Nato intorno al 330 in Cappadocia, a Cesarea, oggi la città turca di Kaysery, Basilio proveniva da una famiglia dalla profonda spiritualità. Oltre ai genitori anche tre dei suoi nove fratelli sono annoverati tra i santi. Prima di essere vescovo nella sua terra natale, aveva vissuto in Palestina e Egitto. Vi era stato attratto dal richiamo del deserto e della…
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San GREGORIO NAZIANZENO   Vescovo e dottore della Chiesa – Memoria
Nazianzo, attuale Nemisi in Turchia, 330 – 25 gennaio 389/390
Condivise con l’amico Basilio la formazione culturale e il fervore mistico. Fu eletto patriarca di Costantinopoli nel 381. Temperamento di teologo e uomo di governo, rivelò nelle sue opere oratorie e poetiche l’intelligenza e l’esperienza del Cristo vivente e operante nei santi misteri. (Mess. Rom.)…
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Santi ARGEO, NARCISO E MARCELLINO   Martiri
IV sec.
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San GIOVANNI IL BUONO   Vescovo di Milano
Camogli o Recco (Liguria), VII secolo – Milano, 659 circa
Nato a Camogli (GE), fu soprannominato “Buono” per la sua vita esemplare.Annoverato tra il clero di Milano, ne divenne vescovo e rifulse per l’attività caritativa. Morì nel 669. Da San Carlo Borromeo il suo corpo fu traslato e sepolto nella chiesa cattedrale….
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San TEODORO DI MARSIGLIA   Vescovo
m. 594
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San TELESFORO   Papa e martire
m. 136
(Papa dal 125 al 136). Da poco abbiamo celebrato la Messa della notte di Natale. La sua introduzione si deve proprio a Papa Telesforo, settimo successore di Pietro, che governò la Chiesa dal 125 al 136. Di origine greca e nato in Calabria, prima di giungere a Roma era stato anacoreta in Egitto e Palestina. Forse fu tra gli eremiti del Monte Carmelo (…
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San BLIDULFO (BLADULFO)   Monaco a Bobbio
m. 630
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San VINCENZIANO   Eremita
m. 672 o 730
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San SILVESTRO DI TROINA   Abate
Troina (Enna), XI-XII sec. – 2 gennaio 1164
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San MAINCHIN (MUNCHINO) DI LIMERICK   Vescovo
sec. VII
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Sant’ ADALARDO DI CORBIE   Abate
752 – Corbie, Piccardia, Francia, 2 gennaio 827
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San DEFENDENTE DI TEBE   Martire
† Agauno (Marsiglia), 286 ca.
Soldato della legione Tebea,fu martirizzato con alcuni compagni presso Marsiglia, sul fiume Rodano. E’invocato contro i lupi e contro gli incendi.
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Beato GUGLIELMO REPIN   Sacerdote e martire
Thouarcé, Francia, 26 agosto 1709 – Angers, 2 gennaio 1794
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Beato LORENZO BATARD   Martire
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Beata STEFANA QUINZANI   Domenicana
Orzinuovi, Brescia, 1457 – Soncino, Cremona, 1530
Nata ad Orzinuovi (BS) da una famiglia di agricoltori, visse aiutandoli nel lavoro dei campi. Entrata nel 1489 a far parte del Terz’Ordine Domenicano, fu assidua nella contemplazione della Passione di Cristo, della quale portava sul corpo le stimmate. Si dedicò con generosità al servizio dei poveri e della pace. Morì il 2 gennaio 1530 a …
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Beata MARIA ANNA SUREAU BLONDIN   Fondatrice
Terrebonne (Quebec), Canada, 18 aprile 1809 – Lachine, Canada, 2 gennaio 1890
Canadese, è la fondatrice della congregazione delle Suore di Sant’Anna, che si dedicano principalmente all’educazione dei bambini. A lei da ragazza era mancata proprio una scuola cattolica e francofona nel Quebec, dove era nata nel 1809 a Terrebonne, territorio dominato da protestanti inglesi e per tale ragione nei primi anni d’infanzia rimase analfabeta. A …
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Beato MARCOLINO AMANNI DA FORLì   Domenicano
Forlì, 1317 – 1397
Entrato giovanissimo nell’Ordine Domenicano nel convento di Forlì, vi rifulse per la semplicità di vita, la rigorosa osservanza e per la carità verso i poveri. Devotissimo della Vergine Maria, ne portava sempre con sé un’immagine, opera del pittore Vitale da Bologna, che la Fraternita locale del Terz’Ordine conserva ancora gelosamente….
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Sant’ AIRALDO DI SAINT-JEAN-DE-MAURIENNE   Monaco e vescovo
† Saint-Jean-de-Maurienne, 1146/1160
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Beato GUGLIELMO DE LOARTE   Mercedario
Il mercedario Beato Guglielmo de Loarte del monastero di Valladolid (Spagna), trascorse la sua ita cercando la sapienza dei padri studiando e occupandosi delle profezie con tutto l’impegno che verso il Padre Celeste poteva dare, per il bene dei fratelli. Morì santamente nello stesso monastero.L’Ordine lo festeggia il 2 gennaio….
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