Tv. Da Vanoni a Fogli, ecco i 20 «big» selezionati per Sanremo

Svelata in diretta ieri sera su Rai1, durante la gara dei Giovani ‘Sarà Sanremo’, la schiera dei 20 Campioni che il direttore artistico Claudio Baglioni e la sua Commissione hanno selezionato per la 68ª edizione del Festival di Sanremo, in onda su Rai 1 dal 6 al 10 febbraio 2018. Un palco sovraffollato, dove molti artisti si presentano in coppia, con una netta prevalenza degli over 40, con alcuni ‘grandi vecchi’ che si mettono in gioco: comeOrnellaVanoni con gli autori Bungaro e Pacifico (Imparare ad amarsi’), gli ex Pooh Roby Facchinetti e Riccardo Fogli (Il segreto del tempo) e da solista l’altro Pooh Red Canzian (Ognuno ha il suo racconto), Ron (‘Almeno pensami’) e l’inedita coppia Enzo Avitabile e Peppe Servillo (Il coraggio di ogni giorno).

Per le band riappaiono Le Vibrazioni (Così sbagliato) e i redivivi Decibel (Lettera al Duca), gli idoli teen The Kolors (Frida), gli alternativi Lo Stato Sociale (Una vita in vacanza) mentre Elio e le storie Tese danno l’addio alle scene all’Ariston (Arrivedorci).

Molti bei cantautori a partire da Luca Barbarossa (Passeme er sale), Diodato e Roy Paci (Adesso), Ermal Meta e Fabrizio Moro (Non mi avete fatto niente), Renzo Rubino (Custodire), Giovanni Caccamo (Eterno) e Max Gazzésinfonico (La leggenda di Cristalda e Pizzomunno).

Interpreti puri Mario Biondi (Rivederti), Nina Zilli (Senza appartenere), Annalisa (Il mondo prima di te) Noemi(Non smettere mai di cercarmi).

Ieri sera 16 Giovani si sono sfidati a Villa Ormond per un posto all’Ariston. Belle le prove dei cantautori Lorenzo Baglioni con ‘Il congiuntivo’ che ironizza sul cattivo uso dell’italiano e Mirkoelcane il cantautore romano Mirko Mancini che ha commosso con ‘Stiamo tutti bene’, il dramma delle migrazioni con le parole di un bimbo.

Solo 6 di loro saranno al Festival a febbraio nella categoria Giovani, con pure 2 dei finalisti di Area Sanremo.

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Moda. I tessuti di scarto danno lavoro ai disagiati

In Italia si producono, ogni anno, 600 km di tessuti che le grandi industrie di confezioni mandano al macero, oppure rivendono all’estero, perché non utilizzabili essendo di fine serie. Il «Progetto Quid», anticipando con Anna Fiscale, quella che in seguito verrà chiamata «l’economia circolare» ha rimesso in creatività questi materiali, fondando nel 2013 la Cooperativa Sociale Quid, che oggi dà lavoro ad 87 persone, per lo più donne e il 65% di loro in condizione di protezione sociale. Ma Giulia Kathleen Houston racconta che le sue collaboratrici ora sorridono davvero alla vita, intente a confezionare abiti piuttosto che borse, o altri accessori. In quattro anni sono riuscite a recuperare più di 800 km di tessuti, ridando loro la dignità di abbigliamento. Per i loro 5 negozi (due a Verona, uno a Mestre, uno a Bassano del Grappa e uno nel Bolognese), per i cinquanta che acquistano dalla cooperativa, oppure per alcuni dei più bei nomi dell’abbigliamento, o ancora per l’e-commerce.

«Il nostro Quid in più – spiega Fiscale – è il valore rappresentato dalla sostenibilità etica ed ambientale del nostro lavoro», Il Progetto Quid, insomma, è un marchio italiano di moda etica, creato quotidianamente da intraprendenti giovani italiane, ma anche da richiedenti asilo, ex tossicodipendenti, vittime della tratta. «La tradizione della moda in Italia non è né inclusiva né rispettosa dell’ambiente – spiega Giulia –. Noi vogliamo dimostrare che è possibile un’alternativa etica». E rispettando per quanto possibile, si badi, le regole del mercato. Il logo del Progetto, una semplice mol-letta da bucato, simboleggia puntualmente questo programma di vita e di lavoro. «Qui tutto si tiene insieme, come appunto una moletta» sorride Anna. Il brand ha fatto breccia. I materiali vengono messi a disposizione gratuitamente da alcune aziende di moda veronesi. Tessuti di pregio – tiene a far sapere Giulia –, che sono il risultato dell’eccellenza Made in Italy. In questa sartoria non si parte dai modelli ma dai materiali a disposizione; un percorso inverso rispetto a quello tradizionale, ma gli abiti e gli accessori che ne escono, hanno uno stile unico e delle rifiniture di pregio, per cui anche grandi industrie si avvalgono di questo apporto. «In effetti spiega Fiscale – abbiamo legami con Calzedonia, che ci ha aiutato all’inizio fornendoci dei tessuti e a cui abbiamo fornito centomila accessori, con NaturaSì e con Altro Mercato. Ci rapportiamo anche con la Comunità Papa Giovanni XXIII e con il carcere di Montorio».

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Social Avvenire. È nato il gruppo Facebook «I vostri presepi»: manda la foto del tuo

Dell’importanza e del valore del presepe soprattutto per i cristiani da san Francesco e da Greccio in poi ne hanno scritto molti. Anche noi di Avvenire ogni anno ospitiamo nell’ingresso del giornale un grande presepe. È lì a ricordarci che il nostro non è solo un luogo di lavoro. E che questi non sono solo giorni di corse ai regali e di feste.

Per questo abbiamo voluto quest’anno usare i social network per coinvolgere anche i nostri lettori e chi ci segue attraverso la nostra pagina Facebook. È così nato il gruppo Facebook «I vostri presepi» dove accogliamo, rilanciano e condividiamo insieme le creazioni dei lettori. Per pubblicare il vostro presepe basta avere un account Facebook e cliccare questo link goo.gl/kzmrT3

da Avvenire

Verso Natale. In carcere per pranzare insieme, tra amici

In carcere con amicizia, per festeggiare insieme il Natale. “L’ALTrA cucina… per un pranzo d’amore” è un’iniziativa promossa da Prison Fellowship Italia Onlus, Rinnovamento nello Spirito Santo e Fondazione Alleanza del RnS per offrire a circa 2500 persone (tra detenuti, detenute, familiari e volontari) un pranzo natalizio preparato da Chef “stellati” e servito da testimonial del mondo dello spettacolo, musica, teatro, televisione.

Giunto quest’anno alla sua quarta edizione come spiega l’Agenzia Sir, l’evento avrà luogo lunedì 18 dicembre in 9 Istituti penitenziari: Torino (Le Vallette), Ivrea, Verona, Milano (Opera), Roma (Rebibbia femminile), Casal del Marmo, Modena, Salerno e Palermo (Pagliarelli).

Tra gli chef, Giancarlo Perbellini del Ristorante “Casa Perbellini” preparerà 250 pasti a Verona. 340 saranno i pasti preparati dallo chef Anthony Genovese del “Ristorante Il Pagliaccio – Roma per il carcere di Rebibbia. Sarà lo chef Matteo Baronetto del Ristorante “Del Cambio” a cucinare per 125 detenuti a Torino. Agostino Iacobucci, chef del Ristorante “I Portici – Bologna” cucinerà invece per 150 detenuti a Modena. Riconfermata anche la Casa circondariale di Salerno, dove sarà lo chef Antonio Pisaniello del “Ristorante Nunziatina – Caserta” a preparare 100 pasti. Un’ulteriore tappa prevista nella capitale, con lo chef Marco Moroni del “Ristorante Bistrot Bio – Roma” che cucinerà 90 pasti presso l’Istituto penale minorile di Casal del marmo. Si riconferma lo chef Carmine Giovinazzo, finalista di MasterChef e chef al Doc Taverna Gourmet a Piove di Sacco (Pd), presente quest’anno a Milano per preparare 150 pasti per i detenuti e i propri familiari. A Palermo, nella Casa circondariale Pagliarelli, 420 detenuti gusteranno i piatti dello chef Carmelo Criscione del Ristorante “Petit Cafè Nobel – Palermo”. Infine, Alberto Peveraro, docente dell’Istituto alberghiero di Biella preparerà 250 pasti ad Ivrea.

«In carcere si può entrare in molti modi; a noi è chiesto di entrare da amici», ha detto Salvatore Martinez, presidente (insieme a Prison Fellowship Italia) delle realtà promotrici dell’evento, Rinnovamento nello Spirito e Fondazione Alleanza. Ha poi ricordato come anche papa Francesco, molti anni fa, sia stato conquistato dal Rinnovamento carismatico in Argentina quando si accorse della sua forte vicinanza al mondo carcerario. L’idea che ci sia qualcuno che ci prenda per mano e che non ci faccia cadere nel peccato, che ci indichi la via del bene, è uno degli elementi portanti di un progetto chiamato “giustizia riparativa” e di un’organizzazione ecumenica che lavora in 136 Paesi del mondo Prison Fellowship International presente anche in Italia.

«Lunedì, nel carcere – ha detto la conduttrice televisiva Licia Colò, che parteciperà all’iniziativa, durante l’incontro ti presentazione – spero di portare alcuni racconti sul mondo e sulla speranza perché è importante credere che si può sempre ripartire». «Tra le più belle esperienze della mia legislatura, ormai al termine – ha affermato il sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri, – ve ne sono molte legate al Rinnovamento, come quella del Pranzo di Natale a Rebibbia. È importante coinvolgere le Istituzioni con il volontariato, con il mondo della società civile che, di fronte a questi temi, non sempre è sensibile. Invece entrare nelle carceri, capire, confrontarsi, arricchisce davvero».

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