La musica per salvare i giovani dalla schiavitù e dalla violenza

Salvare il futuro dei giovani che vivono in condizioni di marginalità attraverso l’educazione, la scuola, l’istruzione. E’ il comune denominatore dei due progetti che il Concerto di Natale in Vaticano potrà sostenere, l’uno di Scholas Occurrentes che vuole intervenire sulla piaga del bullismo e l’altro promosso dalla Fondazione Don Bosco nel mondo per aiutare i bimbi schiavizzati nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo.

L’arte a servizio della pace e della fraternità
Artisti di diverse nazionalità si alterneranno in Aula Paolo VI offrendo la loro creatività per inviare al mondo un messaggio di “pace, tenerezza , accoglienza”, come ha chiesto loro il Papa ieri ricevendoli in udienza. “E’ stato un momento molto bello” racconta  al microfono di Federico Piana, mons Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica, che organizza l’evento. “Il Mistero del Natale” dice “ci aiuta a spalancare la nostra coscienza e a guardare chi vive in difficoltà e l’arte in particolare riesce, come ci ha detto il Papa a toccare i registri più intimi e a seminare tenerezza. Il Santo Padre non si stanca di dire che per educare servono tutti i linguaggi, della mente, del cuore e delle mani”.

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Radio, bella e possibile anche nell’era digitale

Per alcuni è “la vera novità del ‘900”, per altri è “sintesi perfetta tra cuore e tecnologia”. Fatto sta, che non riesce ad invecchiare. E’ la Radio, e del suo domani se ne è parlato proprio oggi, all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, durante il convegno “Interferenze: il futuro della radio nell’ambiente digitale a 80 anni dalla morte di Guglielmo Marconi“.

Esperti del settore e studiosi si sono confrontati sul passato, sul futuro e  sul presente del mass media “più romantico” della storia – come lo ha definito qualcuno – e di cui Pio XI  ne intuì le potenzialità con largo anticipo. E se feconda fu la collaborazione tra lo Stato pontificio eGuglielmo Marconi,  inventore e premio Nobel per la fisica in virtù del suo “contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili”, altrettanto fruttuoso e ricco di possibilità sembra prospettarsi il domani della radio.

Ma qui, la cosa si complica e i punti di vista si moltiplicano. Ci sono i puristi per i quali la radio è pura immaginazione, pura voce e puro suono e null’altro; e altri ancora per i quali “la radio è al passo coi tempi se capace di mettere insieme elementi diversi”. E poi c’è lei, Elettra, la figlia del grande inventore, che si commuove ricordando l’entusiasmo e la generosità che animava il padre.

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Un calcio per la pace: nel Kurdistan un torneo per la coesione sociale

A 25 chilometri da Suleymaniyah ad Arbat, nel Kurdistan iracheno, un campo di rifugiati che accoglie circa 6.000 persone per lo più siriani, si è trasformato in questi giorni in un laboratorio di pace e coesione sociale: l’idea è stata dell’associazione romana Sport Against Violence insieme alla ong Un Ponte per…

Un campo profughi diventa laboratorio di pace e coesione
Insieme hanno dato vita ad un torneo di calcio a 7, a squadre miste, per ragazzi e ragazze dai 16 ai 27 anni per farli divertire, ma soprattutto per farli conoscere e integrare in una delle aree del mondo messe più in ginocchio dalla guerra. Si sono raccolti a giocare insieme infatti, come ci ha raccontato da Arbat, Elena Laurenti di Sport Against Violence, ragazzi del campo, ragazzi provenienti dai centro giovanili delle città di Arbat e Suleymaniyah e un gruppo di sfollati curdi, “persone costrette da eventi esterni a convivere con le difficoltà di essere diversi per lingua,provienienza, cultura e religione”.

Giovani iracheni siriani e curdi insieme a sognare un futuro diverso
Elena racconta di condizioni di vita durissime nel campo, di isolamento e di povertà e del sogno di questi ragazzi di tornare presto nelle loro case.”La cosa che colpisce di più”, dice,” è che nonostante tutto questi ragazzi abbiano sempre il sorriso sulle labbra e che siano carichi di voglia di fare e di speranza”. Per sostenerli, oltre al torneo di calcio, ci spiega Elena Laurenti, si organizzano altre attività sportive di basket e pallavolo e si formano i volontari locali a seguire i giovani, proprio ad utilizzare lo sport come strumento di non violenza, rispetto, regole condivise e pacifica risoluzione delle controversie che possono nascere dall’interazione.

“Devastati dalla guerra hanno ciascuno una storia diversa, molti hanno conosciuto la violenza dell’Isis” dice ancora Elena Laurenti  e” non è facile la sfida di conoscersi, fare amicizia e integrarsi”, ma in questo lo sport aiuta, è un “linguaggio universale che non ha bisogno di parole e favorisce naturalmente lo stare insieme”.

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Papa: necessario assicurare esistenza e vitalità della stampa cattolica

“Voi avete un compito, o meglio una missione, tra le più importanti nel mondo di oggi: quella di informare correttamente, di offrire a tutti una versione dei fatti il più possibile aderente alla realtà”. Sono le parole rivolte dal Papa ai membri dell’Unione Stampa Periodica Italiana (Uspi) e della Federazione Italiana Settimanali Cattolici (Fisc), che festeggia il suo 50° anniversario, nell’Udienza che si è tenuta a fine mattinata nella Sala Clementina, in Vaticano. Rappresentano le circa tremila testate giornalistiche edite o trasmesse, da medie e piccole imprese editoriali e da enti e associazioni no-profit.
Una realtà libera e responsabile
La vostra voce “è fondamentale per la crescita di qualunque società che voglia dirsi democratica”, dice Francesco:
“Nel nostro tempo, spesso dominato dall’ansia della velocità, dalla spinta al sensazionalismo a scapito della precisione e della completezza, dall’emotività surriscaldata ad arte al posto della riflessione ponderata, si avverte in modo pressante la necessità di un’informazione affidabile, con dati e notizie verificati, che non punti a stupire e a emozionare, ma piuttosto si prefigga di far crescere nei lettori un sano senso critico, che permetta loro di farsi adeguate domande e raggiungere conclusioni motivate.”
Evitando così il rischio, sottolinea il Papa, di trovarsi “costantemente in balia di facili slogan” volti “a manipolare la realtà, le opinioni e le persone stesse”. Al compito di offrire un’informazione meno massificata e soggetta alle mode, può rispondere più facilmente la media e piccola editoria, prosegue il Papa, perché più legata al territorio e alla vita quotidiana delle comunità, più ancorata ai fatti concreti.
L’importanza della stampa e degli altri mezzi di comunicazione diocesani
Così anche i settimanali diocesani iscritti alla Federazione Italiana Settimanali Cattolici. Essi, afferma Francesco, possono rivelarsi utili strumenti di evangelizzazione:
“Lavorare nel settimanale diocesano significa “sentire” in modo particolare con la Chiesa locale, vivere la prossimità alla gente della città e dei paesi, e soprattutto leggere gli avvenimenti alla luce del Vangelo e del magistero della Chiesa. Questi elementi sono la “bussola” del suo modo peculiare di fare giornalismo, di raccontare notizie ed esporre opinioni.”
Occorre un rinnovato impegno per garantire la continuità del vostro impegno
Strumenti preziosi ed efficaci, dunque, i settimanali diocesani, sia in forma cartacea che digitale. Con caratteristiche peculiari come la “serenità, precisione e completezza” dell’informazione, un linguaggio pacato e chiaro “così che la pubblica opinione sia in grado di capire e discernere” la realtà, e non di sentirsi “stordita e disorientata”. Il Papa sottolinea poi i “peccati della comunicazione” da evitare: la disinformazione, la parzialità, la calunnia, la diffamazione, peccati gravissimi, dice, che danneggiano la gente.
“Per tutti questi motivi è dunque auspicabile che non venga meno l’impegno da parte di tutti per assicurare l’esistenza e la vitalità a questi periodici, e che vengano tutelati il lavoro e la dignità del suo compenso per tutti coloro che vi prestano la loro opera. (…) Invito la società civile e le sue istituzioni a fare il possibile perché la media e piccola editoria possa svolgere il suo insostituibile compito, a presidio di un autentico pluralismo e dando voce alla ricchezza delle diverse comunità locali e dei loro territori.”
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