Vendrame, il Pasolini del gol. Compie settant’anni il più poetico e irregolare del calcio

«Quanto pesa il dolore / sulle piccole spalle di un’anima». Sono alcuni dei versi scritti da Ezio Vendrame, l’unico vero poeta che ha sfornato il calcio italiano (o forse tutto). Da qualche anno, Vendrame, esce di rado e non risponde più neppure al telefono. Noi, in quanto “Pasolini del pallone”, lo abbiamo eletto a nostro idolo di un calcio di poesia, romantico e struggente come un suo sguardo, non ci siamo mai arresi alla sua assenza (già, «più acuta presenza», scrive Attilio Bertolucci). Così, continuiamo a lasciargli sms come fossero messaggi in bottiglia, nella speranza che qualcuno lo apra e magari risponda. Speranza finora vana. Ma noi lo facciamo con l’amore per l’amico delle notti brave, per il cantore ribelle che anche nel silenzio custodisce una sua dignità. Quella dell’altro poeta di Casarsa della Delizia, dove Vendrame è nato settant’anni fa, il 27 novembre.

Come Gianni Mura, la prima volta che l’ho incontrato aspettava al cimitero di Casarsa, davanti alla tomba del Poeta. «La gente di qui si è dimenticata di Pier Paolo Pasolini, potevano ricordarsi di me?». Disse amaro Ezio con la voce tremante e un immarcescibile senso di nausea. Un conato, come quando giocava, e prima della partita se solo ingoiava un grissino doveva correre in bagno a mettersi due dita in gola. L’unico «anoressico del pallone degli anni ’70». Vendrame e i suoi fratelli, ma figlio unico del pallone. Solo, anche in mezzo agli 80mila del San Paolo, quando passando dal Vicenza al Napoli (stagione 1974-’75) pensava di essere arrivato e sparò al direttore sportivo Janich una richiesta d’ingaggio da 20 milioni. «Il doppio di quello che mi davano al Lanerossi Vicenza », per poi scoprire che un certo Ferradini, un ragazzotto dell’Atalanta con una sola presenza in A, «ne aveva chiesti e ottenuti 60 di milioni ». Ma andava bene lo stesso.

Anche quando l’allenatore Luis Vinicio lo sbatteva fuori dai titolari, per un dribbling o una parola di troppo. «Se mi mandi in tribuna godo!», rispose Ezio a un esterrefatto “O’Lione” brasiliano. Quella risposta è diventato il titolo di un suo libro, uno della dozzina, tra saggi di un “altro calcio”, narrativa e raccolte di poesie, che ha pubblicato, anche in questi anni silenti e dolorosi. Scrivere l’ha aiutato a riempire quei quotidiani vuoti d’anima e a colmare gli anni di scuola persi. Per questo ai giovani ha sempre ricordato: «Ragazzi guai, un’alternativa ci vuole nella vita». Non si vive di solo calcio e lui lo sa. Rapito a tredici anni dall’Udinese, convittore nella casa-collegio della villa del Comuzzi dove alloggiava con un ragazzone, friulano anche lui. Dino Zoff, da Mariano del Friuli, all’epoca era «un portiere brocco in cui nessuno credeva ». Nessuno, tranne Ezio, perché lo Zoff che prendeva 7 gol dal Foggia conservò nel portafoglio per anni l’articolo della sua disfatta personale: «Quello era il segno della forza e dell’umiltà e anche se avesse fallito nel calcio, per me sarebbe rimasto sempre il numero uno, un campione del mondo». Un leader, un capitano vero, come “Totonno” Juliano che a Napoli, ama ricordare Ezio, «voleva che i giocatori dividessero sempre i premi partita anche con quei due vecchietti dei magazzinieri: gli ultimi, la bassa forza». Uomini veri e non idoli di carta come sono diventati i giocatori di adesso per colpa di un sistema marcio che lui ha abbandonato in fretta. Dopo una fuga per inseguire la musica del suo amato poeta Piero Ciampi tornò in campo, ma al popolo ottuso degli stadi che in lui voleva vedere soltanto l’eroe dribblomane con i calzettoni abbassati ricordava sprezzante: «Non sono un chirurgo che salva vite umane e nemmeno un operaio che per arrivare alla fine del mese si deve fare un mazzo grande così. Io sono fortunato ed è per questo che non vi capisco. Che cosa saranno mai queste partite di calcio. Inventatevi delle alternative…».

Le sue alternative: la poesia della Merini, i Canti Orfici di Dino Campana, «le sue parole mi scorticano dentro». E poi gli amori, le tante donne avute, inseguite e perse, alle quali prima di andare ha lasciato un biglietto sul comodino con su scritto: «Perché scannare margherite / per molestare un dubbio ». Cicatrici al cuore che non vanno più via. Non sono mica i segni alle caviglie stampati dai tacchetti del mediano del Blackpool, l’inglese Wilkins. «Quelli fanno ridere». All’ennesima zampata Ezio lo abbracciò e lo baciò: «Dopo trent’anni mi chiedo come non mi abbia più cercato dopo quel bacio sulla bocca…». Sorride melanconico, ogni sera, al buio della sua stanza, al riparo dagli ululati del mondo, anche quando ripensa a quel pomeriggio a San Siro in cui piuttosto che calciare in porta («il gol è la morte di tutto») preferì fare il tunnel al più grande dei numeri “10”, Gianni Rivera. «Ma poi gli ho chiesto scusa…». Ezio si scusa ancora per l’inciucio con l’arbitro compiuto dal Presidente del Consiglio, il vicentino Graziano Rumor: «Padre Graziano era meglio di Padre Pio», che mandò in B l’Atalanta al posto del Vicenza. Chiede scusa anche per aver solo pensato di guadagnare 7 milioni facili facili, truccando la partita in favore dell’Udinese per poi accontentarsi del solito premio vittoria del Padova: 44 mila lire e vincerla da solo quella sfida con la dignità. «Mi soffiai il naso con la bandierina e poi a quei tifosi dell’Udinese che mi insultavano gli dicevo che avrei fatto gol da lì, dal calcio d’angolo». E gol fu. Un gol alla Vendrame, la giocata folle del genio nel vecchio stadio Appiani. «Nonostante mi fossi incatenato per non farlo chiudere, l’Appiani ha chiuso al Padova… Scomparso». Come quel tifoso, che fece morire d’infarto quando si mise a smarcare i compagni e finse di segnare nella sua porta. «Mi sono convinto che si è suicidato, perché ci deve essere una ragione se un malato di cuore viene a vedere proprio me».

Incompreso. Boniperti poi lo avrebbe portato di corsa alla Juventus dell’Avvocato al quale riferì entusiasta di aver trovato il «Kempes italiano». Sogno sfumato, ma per il suo compagno di squadra nel club degli irregolari, Gianfranco Zigoni: «Ezio era più forte di Kempes. Come più forte di me, c’era solo il “Nero”… Pelè». Ezio ricambia: «A “Zigo” per quello che fece vedere a Verona dovrebbero intitolargli lo stadio ». Forse a nessuno dei due verrà mai intitolato uno stadio, neanche uno piccolo di periferia. E sarebbe un peccato. Ma non sono queste le cose della vita che fanno piangere i poeti. «Dentro una sfera, ci possono stare soltanto alcune piccole cose della vita », sospira Ezio. Quando ha smesso di dedicarsi ai giovani, la sua passione, è stato solo perché non ne poteva più di genitori follemente crudeli. Solo per smarcarsi dall’ignoranza adulta arrivò a dire: «Vorrei allenare una squadra di orfani». Ezio si è sentito padre una volta sola, con Rocco Paiero, l’amico di San Vito al Tagliamento: «Un ragazzo di una dolcezza infinita. Hanno scambiato il suo disperato bisogno di non diventare adulto, la sua smania d’amore, per un problema psichiatrico». Rovesciate, come quelle cantate dai Têtes de Bois di Andrea Satta, spiazzato dal Vendrame che scrisse: «Fino a quando il futuro apparterrà ai poeti, il profumo dei fiori sarà salvo». Ora la sua salvezza pare sia stare a distanza dai troppi “fiori del male” ma il motivo forse è questo: «Mi sento straniero ovunque io sia: una presenza passata / dove l’inutile fingeva di essere».

da Avvenire

Messico. Chiuse dai narcos 650 scuole, ora le lezioni si fanno sul Web

La scuola inizia alle 8. Ad annunciare l’arrivo dell’insegnante a Juan non è, però, il suono della campanella, bensì il “bip” prolungato del cellulare. Il ragazzino sfiora con le dita l’icona di WhatsApp e legge: «Buon giorno, prendete il libro a pagina 21». Juan obbedisce. Lo stesso fanno i compagni, ognuno chiuso nella propria casa.

Dal 12 ottobre, per oltre 60mila studenti di Montaña Baja, cuore rurale e povero del Guerrero, le lezioni si fanno così, attraverso i vari sistemi di messaggeria istantanea o i social network. Non c’è altra scelta. L’ordine dei narcos è stato tassativo: gli istituti devono restare chiusi. I primi messaggi sono stati recapitati a genitori e docenti via Facebook alla fine di settembre. Poi, sono giunti direttamente sul telefono. A quel punto, vari istituti hanno cominciato a chiudere i battenti. A convincere i restanti, la strage di autisti dei bus, assassinati al ritmo di tre alla settimana, su cui gli insegnanti si spostavano da una sperduta comunità all’altra per la Montaña Baja. Il 12 ottobre, infine, decine di uomini armati hanno assaltato, uno dopo l’altra, le scuole di Chilapa, il principale omicidio della regione. Da allora, le classi sono sospese in tutti i municipi.

Perfino il governo ha dovuto ammettere l’emergenza. Il ministero dell’Educazione, però, parla di un «problema» circoscritto a 98 strutture, con un bacino di 6mila alunni. Secondo i genitori sono oltre dieci volte tanto: circa 63mila, per un totale di almeno 650 edifici sprangati. Non è la prima volta che le classi diventano fronte della guerra, in atto da oltre dieci anni in Messico. Mai, però, il fenomeno aveva raggiunto tale estensione.

La chiusura delle scuole è un effetto collaterale del “salto di qualità” nello scontro tra Los Rojos e Los Ardillos, i due gruppi di narcotrafficanti che si contendono il fiorente business dell’oppio nella regione. Le coltivazioni di papaveri nel Guerrero sono cresciute esponenzialmente in risposta i minori ricavi per la marijuana, legalizzata in alcuni Stati Usa.

L’incremento della domanda – come accade nel caso delle droghe – ha prodotto l’aumento del consumo di eroina: Washington ha appena dichiarato l’emergenza sanitaria. La frammentazione delle vecchie mafie, però, ha fatto saltare gli equilibri criminali. Mentre – come vari analisti sostengono – l’avvicinarsi delle elezioni del 2018, rischia di scompaginare le rispettive reti di corruzione, grazie alle quali i narcos esercitano il loro potere.Nel Guerrero sono scomparsi i 43 studenti, consegnati, secondo la versione ufficiale, dalla polizia ai trafficanti. L’urgenza di “regolare i conti” ora ha prodotto una guerra senza quartiere fra le due bande. Per vincerla, non è più sufficiente assicurarsi il controllo dei “corridoi d’esportazione”: è necessario dominare il territorio e la sua popolazione. E il terrore è l’arma più efficace.

Vi è, però, anche un’altra ragione. Per evitare “infiltrazioni” del nemico, i narcos cercano di limitare il flusso tra le varie comunità e l’esterno. I docenti – ridotti in numero e costretti a fare la spola tra i vari istituti – sono considerati potenziali spie. Da tenere lontano. Ne sanno qualcosa gli insegnanti di Zitlala che, il 6 novembre, avevano provato a ricominciare le lezioni. Immediatamente, i loro cellulari sono stati inondati di messaggi minatori.

Le classi sono state interrotte. «È pericoloso anche continuare il lavoro via web: pensano che chiediamo informazioni ai ragazzi», afferma una docente che chiede di restare anonimo. Il governo regionale ha schierato i militari a difesa dei bus e delle scuole. Genitori e maestri, però, non si fidano. E Juan continua a ricevere lezioni via WhatsApp.

da Avvenire

Donne, giovani, vicino a chi soffre: ecco i 30 nuovi «eroi civili»

Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito, motu proprio, 30 onorificenze al Merito della Repubblica Italiana a cittadine e cittadini che si sono distinti per atti di eroismo, per l’impegno nella solidarietà, nel soccorso, per l’attività in favore dell’inclusione sociale, nella promozione della cultura, della legalità e per il contrasto alla violenza.

Il Presidente Mattarella ha individuato, tra i tanti esempi presenti nella società civile e nelle istituzioni, alcuni casisignificativi di impegno civile, di dedizione al bene comune e di testimonianza dei valori repubblicani.

Ecco l’elenco e le motivazioni dei nuovi insigniti dal Capo dello Stato.

UMBERTA (Bettina) BASSO, 77 anni (Battipaglia – SA),
Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua opera trentennale di testimonianza e sensibilizzazione sul valore della prevenzione nella cura dei tumori femminili”. Presidente di Amdos (Associazione Meridionale Donne Operate al Seno). Ha iniziato quasi 30 anni fa la sua opera di sensibilizzazione tra le donne delle province di Salerno, Napoli, Avellino sottolineando l’importanza di sottoporsi ad esami diagnostici quali mammografie ed ecografie.

ANNAMARIA BERENZI, 52 anni (Brescia), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la professionalità e l’umanità con cui presta il proprio servizio presso le sezioni scolastiche ospedaliere a favore di studenti malati di tumore o con problemi neuropsichiatrici e per l’impegno nella sensibilizzazione sul tema della malattia”. Insegna matematica nella sezione ospedaliera dell’Istituto Tecnico Castelli di Brescia e nel reparto di neuropsichiatria. Ha vinto l’edizione 2017 dell’Italian Teacher Prize.

ILARIA BIDINI, 32 anni (Arezzo), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il coraggio e lo spirito di iniziativa con cui ha pubblicamente denunciato i fenomeni di bullismo e cyber-bullismo di cui è stata vittima”.

Affetta da osteogenesi imperfetta, da anni lotta contro le barriere architettoniche della sua città, Arezzo. È impegnata contro il pregiudizio. Ha subito episodi di bullismo e, più recentemente, di cyber-bullismo. Dopo le ultime minacce si è rivolta alla Polizia postale, ha creato un gruppo su Facebook dal nome “Stop al bullismo e al cyber bullismo” e intende dare vita ad altre iniziative a supporto di chi per paura non riesce a reagire alla violenza.

GIUSEPPE BOVE, 56 anni (Apice -BN) Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua esemplare attività di soccorso che ha permesso di mettere in salvo un bambino di undici anni rimasto intrappolato sotto le macerie del sisma a Casamicciola”. Appartenente al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Insieme alla sua squadra è stato impegnato nel terremoto che ha colpito il Comune di Casamicciola ad Ischia, dopo 14 ore di lavoro, scavando anche con le mani, ha estratto il piccolo Ciro intrappolato, con i due fratellini, sotto le macerie.

BARBARA BURIOLI, 48 anni e Rocco De Lucia, 50 anni (Cesenatico- Fo), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la straordinaria prova di umana generosità e sensibilità a sostegno di un loro dipendente gravemente malato e privo della copertura previdenziale”. Sono titolari della Società Siropack, specializzata nella produzione di sistemi di imballaggio per il settore agroalimentare e farmaceutico.

MARIA VINCENZA BUSSI, 66 anni (Pescorocchiano – RI). Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la generosità con cui, in seguito al terremoto dell’agosto 2016, ha messo, seppure già in quiescenza, la propria esperienza a servizio della comunità scolastica del reatino”. Dirigente scolastico in pensione, ha continuato a collaborare con il Ministero dell’Istruzione come componente della task force per il regolare svolgimento dell’attività scolastica nei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016.

DON ETTORE CANNAVERA, 73 anni (Serdiana – CA) Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua preziosa opera di sostegno a persone in condizioni di marginalità e in particolare a giovani e minori coinvolti in percorsi di reinserimento sociale”. Sacerdote, è Presidente dell’Associazione Cooperazione e Confronto che promuove iniziative in favore di persone in condizione di marginalità sociale. Per più di 20 anni è stato Cappellano dell’Istituto minorile di Quartucciu (Cagliari).

FRANCESCA ROMANA CAPALDO, 41 anni, (Napoli), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua esemplare attività di contrasto e prevenzione alla violenza di genere sia nell’ambito dell’esperienza svolta nel controllo del territorio sia in quella presso gli uffici investigativi”. Vice Questore aggiunto del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, da alcuni anni si occupa dell’attività di contrasto e prevenzione alla violenza di genere, svolgendo funzioni di coordinamento e supporto agli Uffici investigativi sul territorio nazionale. È coordinatrice nazionale del Progetto Camper, il Camper della Polizia di Stato contro la violenza di genere.

RICCARDO CAPECCIA, 45 anni (Villanova D’Asti – AT) Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana : “Per la prova di coraggio e prontezza con cui è riuscito a fermare un tir in corsa e senza controllo a causa di un malore del conducente”. Appuntato scelto, da 12 anni in servizio presso la Compagnia dei Carabinieri di Villanova D’Asti. Nell’aprile scorso era di pattuglia quando si è accorto di un tir fermo lungo la statale. Poiché l’autista si era sentito male e aveva lasciato il volante senza azionare i freni, mentre veniva chiamato il 118, il mezzo ripartiva prendendo velocità lungo la strada in discesa. A quel punto l’Appuntato scelto è riuscito a saltare a bordo del tir e fermarlo, salvando non solo l’autista ormai incosciente ma anche i passeggeri a bordo di automobili che arrivavano sulla corsia opposta.

GIOVANNI COLETTI, 58 anni (Taio -TN) Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo prezioso contributo alla costruzione di “Casa Sebastiano”, struttura all’avanguardia per la residenzialità e la riabilitazione delle persone affette da autismo”. Imprenditore, Presidente di TAMA (Tecnologie Avanzate Miglioramento Ambientale), con filiali anche in Francia e Spagna. Padre di Martina e Roberta, due gemelle autistiche, è Presidente da anni dell’Agsa (Associazione genitori soggetti autistici) e Presidente della Fondazione Trentina per l’Autismo.

DANIELA DEGIOVANNI, 65 anni (Casale Monferrato – Al), Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, alla cura e all’assistenza delle vittime da amianto e delle loro famiglie”. Oncologa, si occupa dei danni da amianto. Ha trattato il tema nei suoi 20 anni di attività dedicata alle malattie professionali presso l’Istituto Nazionale Confederale di Assistenza (INCA) di Casale Monferrato e nella veste di consigliere comunale.

GRETA SOLE DE TODARO, 31 anni, Residente a Milano, Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo impegno e il suo generoso contributo alle attività di sostegno ai bambini ricoverati nelle strutture ospedaliere”. Prima clownterapeuta italiana in sedia a rotelle, dedica quasi tutto il suo tempo libero ai bambini ricoverati nel reparto di pediatria dell’ospedale Niguarda Cà Granda di Milano.

VIRGINIA DI CARLO, 25 anni (Druento – TO) Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana:” Per aver testimoniato in prima persona come lo sport e la passione possano aiutare a superare i limiti derivanti dalla disabilità”. Rappresentante legale dell’Associazione Artistico Culturale Sportiva Dilettantistica “Special Angels”, è affetta da tetraparesi spastica dalla nascita e insegna danza a ragazzi con sindrome di down.

TERESA DI FRANCESCO, 43 anni (Caserta), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana:” Per la professionalità e l’umanità con cui, nell’ambito del team Usar dei Vigili del Fuoco, ha prestato il suo servizio nelle complesse attività di soccorso a Rigopiano e Casamicciola”. È l’unica donna nei team U.s.a.r. (Urban Search and Rescue) dei Vigili del Fuoco, la squadra specializzata nei salvataggi nelle macerie. Ha partecipato, con il team Lazio, alle attività di soccorso a Rigopiano e a Casamicciola dove per tutta la notte ha parlato con Ciro e Mattias, due dei tre fratellini intrappolati sotto le macerie della propria abitazione, tranquillizzandoli, non facendoli sentire soli, incitandoli.

GIUSEPPE DOLFINI, 88 anni e Silvia Terranera, 70 anni (Roma), Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la preziosa opera di accoglienza, sostegno e cura ai minori abbandonati, con disabilità e in condizioni di disagio sociale”. Sono fondatori di Casa Betania che, nel quartiere Pineta Sacchetti di Roma, dal 1993 accoglie mamme con figli, bambini soli da zero a otto anni, e anche piccoli con disabilità.

CLAUDIO DUTTO, 63 anni (Riva del Garda – TN), Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la generosità con cui ha prestato il suo servizio volontario di odontoiatra per la cura dei bambini e per l’allestimento di un ambulatorio specialistico in Kenya”. Odontoiatra, attivo nella Fondazione Germano Chincherini, impegnata nei Paesi africani, con la quale, nel 2010 in Kenya, ha creato una clinica odontoiatrica dove cura gratuitamente i bambini e insegna loro la corretta igiene orale.

GAETANO FUSO, 41 anni (Calimera – LE), Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la determinazione e la forza d’animo con cui ha portato a compimento il progetto “La Terrazza – Tutti al mare!” per i malati di SLA e di altre patologie neurodegenerative”. Da cinque anni affetto da sclerosi laterale amiotrofica.

Prima di ammalarsi era un ragazzo dinamico, sportivo, che amava il mare. Anche dopo la malattia sognava di poter continuare ad accedere alla spiaggia. Nell’estate 2015 ha realizzato il progetto La Terrazza ‘Tutti al mare!’, a pochi chilometri da Calimera, a San Foca, attrezzata per ospitare in modo sicuro e senza alcun tipo di barriera malati di SLA e di altre patologie neurodegenerative.

CHRISTINE JANSSEN, 61 anni (Bolzano) Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana : “Per il suo prezioso contributo per la creazione di un parco giochi completamente accessibile ai bambini con disabilità”. Fisioterapista al Servizio di Neurologia e Riabilitazione dell’età evolutiva dell’Ospedale di Bolzano. Concretizzando un desiderio condiviso con i genitori dei bambini da lei seguiti, ha realizzato il progetto per il primo parco giochi per bambini con disabilità.

MARIA GRAZIA LA SELVA, 42 anni (Campobasso) Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua opera di assistenza e ascolto alle donne vittime di violenza e discriminazione nel territorio molisano”. Presidente di “Liberaluna Onlus”, associazione che si è costituita nel 2014 per volontà di un gruppo di cinque donne per dare al territorio molisano uno strumento utile a combattere la violenza di genere ed aiutare le donne che subiscono violenza e discriminazione.

DELIO MIORANDI, 79 anni, Rovereto (TN), residente in Germania, Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per l’impegno profuso, nel corso della sua vita, in attività di sostegno all’integrazione della comunità di emigranti italiani in Germania” Si trasferisce in Germania nel 1959, per studiare sociologia a Francoforte. Trasferito a Russelsheim, quartiere generale della Opel, in cui vivevano, in condizioni disagiate, molti emigrati italiani creò insieme al Parroco una “anagrafe” per gli italiani presenti al fine di coinvolgerli in iniziative di integrazione.

GESSICA NOTARO, 28 anni (Rimini) Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il coraggio e la determinazione con cui offre la propria testimonianza di vittima e il suo impegno nell’ambito della sensibilizzazione sul tema del contrasto alle violenze di genere”. È stata aggredita con l’acido dall’ex compagno nel gennaio 2017. Ha subito diversi interventi chirurgici all’occhio sinistro e al viso. Ha ripreso a lavorare al Delfinario di Rimini con i leoni marini e ha mostrato il suo viso davanti alle telecamere per testimoniare la violenza subita.

PATRIZIA PALANCA, 64 anni (Ascoli Piceno) Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la sua instancabile dedizione all’integrazione della comunità scolastica marchigiana a seguito del terremoto dell’ottobre 2016”. Laureata in matematica, è dal settembre 2007 dirigente scolastico presso l’Istituto Comprensivo di Acquasanta Terme e Arquata del Tronto. A seguito del terremoto dell’ottobre 2016 ha svolto un ruolo strategico nell’integrazione della comunità di studenti colpiti dal sisma al fine di evitare dispersioni e per alleviare i contraccolpi psicologici.

LUIGI PANATA, 68 anni, Gubbio (PG) Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: ” Per la sua preziosa opera volontaria di soccorso medico e umanitario offerta da molti anni in Burkina Faso”. Medico condotto presso la ASL Umbria 1, nel 2007, al rientro dalla sua prima missione in Burkina Faso per una campagna di vaccinazioni contro la meningite, fonda l’associazione L’Impegno Onlus.

MARIA RITA PITONI, 57 anni, (Rieti) Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per la professionalità e l’umanità con cui, nelle aree terremotate, ha prestato il proprio servizio per garantire il regolare svolgimento dell’attività scolastica nonostante le difficili condizioni del territorio devastato dal sisma”. Prima di diventare dirigente scolastico ha insegnato filosofia, storia, psicologia, scienze dell’educazione. Già a capo di quattro istituti tecnici a Rieti, per un totale di 850 ragazzi, da settembre 2016 è anche la nuova dirigente scolastica di Amatrice, Accumuli e Cittareale.

ROBERTA RIZZO, 56 anni ( nata a Nardò, LE, operativa a Rimini). Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo quotidiano impegno nella difesa delle donne e dei minori vittime di abusi e violenze”. Funzionario della Squadra Mobile della Questura di Rimini. Nell’ambito dell’attività prestata presso la 2^ Sezione – Reati contro la persona, in danno di minori, prostituzione e reati sessuali – svolge quotidianamente l’attività di ascolto delle numerose donne che si rivolgono alla Sezione specializzata, quali vittime di abusi e prevaricazioni, cercando di stabilire un rapporto empatico e di fiducia e fornendo loro ogni rassicurazione in relazione agli strumenti normativi vigenti, nonché ogni supporto di concerto con le autorità sanitarie locali ed i centri antiviolenza.

EMANUELA SABBATINI, 41 anni, (Roma) Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo contributo a favore della alfabetizzazione femminile e del contrasto al fenomeno delle spose bambine in India” Analista informatica e insegnante di yoga, nel 2013 ha fondato AFLIN, costola italiana della Fior di Loto India Foundation che offre istruzione gratuita (scuola materna, elementare e media) a 550 bambine a Pushkar. Al momento dell’iscrizione, i genitori si impegnano a non dare le proprie figlie in sposa prematuramente, in uno Stato dove la metà dei matrimoni si celebra con spose bambine e dove il tasso di alfabetizzazione è sotto la già bassa media nazionale.

MARIA ANTONIETTA SALVUCCI, 82 anni, (Reggello – FI). Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per l’eccezionale generosità testimoniata dalla donazione del proprio podere allo scopo di realizzarne una struttura dedicata ai ragazzi con disabilità intellettiva grave.” Pensionata, ex insegnante di lettere è Rappresentante legale della Associazione “Ilda e Lodovico Salvucci onlus”. Proprietaria di un podere sulle colline di Valdarno, a Reggello, ha deciso di donare la sua villa alla Fondazione Opera Diocesana Firenze Onlus che ne ha fatto una fattoria per quindici ragazzi con disabilità intellettiva grave, la Oda Farm Community.

DON PAOLO FELICE GIOVANNI STEFFANO, 52 anni, (Baranzate -MI). Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana: “Per il suo contributo a favore di una politica di pacifica convivenza e piena integrazione degli stranieri immigrati nell’hinterland milanese”. È parroco di Sant’Arialdo, nel quartiere Gorizia, popolato da 72 etnie diverse e con una incidenza di stranieri pari al 40%. All’asilo l’85% dei bambini non sono di cittadinanza italiana. La Parrocchia accoglie cattolici, ortodossi, islamici. È una grande chiesa con oratorio (frequentato anche dalle mamme islamiche con i bambini e dai bambini rom), palestra, il giardino delle Parabole con le piante della Bibbia, l’orto, il centro Caritas, il laboratorio di cucito.

da avvenire

I santi del 20 Novembre 2017

Sant’ EDMONDO   Re degli Angli Orientali, martire
841/42 – Thetford, Inghilterra, 20 novembre 870
Re dell’Estanglia, territorio costituito dalle contee di Norfolk e Suffolk, il martire Edmondo è patrono dell’Inghilterra. Nato attorno all’841, Edmondo visse in un secolo, il IX, che era caratterizzato dalle razzie degli occupanti danesi secondo un metodo collaudato: l’assedio e la richiesta di una taglia per risparmiare persone e cose. Edmondo, inve…
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San GREGORIO IL DECAPOLITA   Monaco
Irenopoli, Isauria, 762 – Costantinopoli, 20 novembre 862
San Gregorio il Decapolita visse nell’VIII secolo. Condusse prima vita monastica, poi anacoretica. Fattosi infine pellegrino, soggiornò per lungo tempo a Tessalonica e poi a Costantinopoli, dove si trovò a combattere l’iconoclastia e poi morì. Le sue reliquie sono venerate oggi in terra romena….
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Sant’ AVVENTORE   Martire
† Torino, fine III secolo
«A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l’imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattiment…
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Sant’ OTTAVIO   Martire
† Torino, fine III secolo
«A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l’imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattiment…
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San CIPRIANO DI CALAMIZZI   Abate
m. 20 novembre 1190
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San BERNOARDO (BERNWARDO) DI HILDESHEIM   Vescovo
Sassonia, ca. 960 – Hildesheim (Sassonia), 20 novembre 1022
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San SOLUTORE   Martire
† Torino, fine III secolo
«A Torino si festeggiano i santi martiri Ottavio, Solutore e Avventore, soldati della legione Tebana, i quali, sotto l’imperatore Massimiano, combattendo valorosamente, furono coronati dal martirio». Così il Martirologio romano racconta la storia di questi tre martiri della fine del II secolo. Il riferimento al «valoroso combattimento» si riferisce evidentem…
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San BASILIO DI ANTIOCHIA   Martire
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San TEONESTO   Martire a Vercelli
Sembra che Teonesto fosse un membro della primitiva comunità cristiana di Vercelli, precedente l’episcopato di Eusebio e forse anche la pace costantiniana, che testimoniò col sacrificio della propria vita la sua fede. Dopo il martirio, la sua salma venne sepolta in un area cimiteriale ove trovavano posto deposizioni cristiane e pagane, senza particolari dist…
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San CRISPINO DI ECIJA   Vescovo e martire
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San DASIO   Martire
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San DORO DI BENEVENTO   Vescovo
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San SILVESTRO DI CHALON-SUR-SAONE   Vescovo
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Sant’ IPPOLITO DI CONDAT   Vescovo
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San FRANCESCO SAVERIO CAN   Martire
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Beato AMBROGIO TRAVERSARI   Monaco
Portico di Romagna, 1386 – Firenze, 1439
Nato in Romagna nel 1386, a 14 anni entrò tra i camaldolesi nel monastero di Santa Maria degli Angeli a Firenze. Ebbe come amico il beato Angelico e come confratello il pittore e miniatore Lorenzo Monaco. Convinto sostenitore della vita monastica, rimase aperto ai fermenti della nuova cultura fiorentina. La sua cella divenne luogo di ritrovo di quanti…
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Beata MARIA FORTUNATA VITI   Benedettina
Veroli, Frosinone, 1827 – novembre 1922
Anna Felice Viti era nata a Veroli (Frosinone) nel 1827, figlia di un possidente dedito al vino e al gioco. Perse la mamma a 14 anni. E lei si caricò molte responsabilità nell’accudire gli otto fratelli e sorelle. Per mantenerli andò anche a servizio come domestica. A 24 anni entrò tra le monache benedettine di Santa Maria de’ Franconi a Veroli, dette le «mo…
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Beate MARTIRI SPAGNOLE DELLA CONGREGAZIONE DELLA DOTTRINA CRISTIANA
† Valencia, Spagna, 27 settembre / 20 novembre 1936
17 suore appartenenti alla Congregazione della Dottrina Cristiana, costrette ad abbandonare le loro case religiose a causa della guerra civile spagnola, cercarono rifugio in case private, ma vennero poi prelevate e uccise tramite fucilazione. Prime a cadere furono madre Maria del Rifugio (Teresa Rosat Balasch) e suor Maria del Calvario (Josefa Romero Clarian…
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Beata MARIA DEI MIRACOLI (MILAGROS) ORTELLES GIMENO   Vergine e martire
1882 – 1936
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Beate ANGELA DI SAN GIUSEPPE (FRANCESCA ONORATA LLORET MARTI) E 14 COMPAGNE   Vergini e martiri
† Valencia, Spagna, 20 novembre 1936
Madre Angela di San Giuseppe (al secolo Francisca Desamparados Honorata Lloret Martí) era superiora generale della Congregazione delle Suore della Dottrina Cristiana, quando si trovò coinvolta nella guerra civile spagnola. Insieme a quattordici compagne, provenienti dalla comunità di Casa Madre e da altre case filiali, visse in semicland…
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San BERNERIO (BERNIERO) DI EBOLI   Eremita
sec. XI-XII
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