Si avvicina la Notte della Superluna, unica visibile del 2017

 

(ANSA) – ROMA, 30 NOV – Si avvicina la Notte della Superluna. Se nuvole e pioggia non disturberanno, domenica 3 dicembre si potrà ammirare la Luna piena nel momento in cui avrà raggiungo la massima vicinanza dalla Terra e apparirà più grande nel cielo. “Superluna non è un termine scientifico, ma efficace per descrivere il fenomeno, che riguarda la Luna piena quanto la Luna nuova”, ha osservato l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope.

Nel 2017 ci sono state quattro Superlune nuove, ma è stato impossibile vederle. “Quella del 3 dicembre – ha detto – sarà l’unica Superluna piena”. Lo spettacolo, perciò, è da non perdere. “La prossima Superluna – ha aggiunto Masi – apparirà circa il 7% più grande e un po’ più luminosa della media, ma solo un osservatore esperto potrà rendersene conto”. Si tratta infatti “di variazioni non proprio eclatanti, che tuttavia aggiungono fascino all’evento. Sarà – ha rilevato – una preziosa occasione per ammirare il nostro satellite naturale nel contesto del cielo notturno”.

Altra curiosità dell’unica Superluna piena del 2017: sarà la prima di una serie di tre spettacolari Superlune: quella successiva inaugurerà il nuovo anno, brillando nel cielo del 2 gennaio 2018; seguirà la Superluna del 31 gennaio, che porterà con sé una sorpresa perché coinciderà con l’eclissi totale di Luna. Quest’ultimo fenomeno, però, sarà visibile soltanto dall’Australia.(ANSA).

Testimonianza comune delle fedi. La fonte del bene

da Avvenire

«Non abbiamo paura delle differenze. Le differenze sono una ricchezza per la pace». Il nuovo passaggio a Oriente di papa Francesco, che sfiora l’India e la Cina, non poteva che attraversare le faglie di tensione del Paese birmano dalle migliaia di pagode, ammalatosi di totalitarismo per sessant’anni, e del Bangladesh musulmano rifugio per migliaia di sfollati, e cominciare da qui, dall’ex capitale birmana Yangon, che letteralmente significa “fine dei conflitti”, per manifestare il suo scopo: fare strada alla cooperazione religiosa globale per la promozione della pace e la convivenza fraterna come unica via da percorrere.Pablo Neruda, che visse per un periodo a Yangon con l’incarico di console onorario del Cile, la descrisse come «una città di sangue, sogni e oro». A quel tempo, alla fine degli anni 20 del Novecento, Rangoon (gli inglesi l’avevano ribattezzata in questo modo storpiando il nome originale) era un melting pot di genti di etnie e religioni diverse e superava New York come luogo di immigrazione. Questo melting pot oggi non è cambiato: il Myanmar, fatto da oltre 135 etnie e di diverse minoranze religiose, ha faticato e fatica tutt’ora a convivere in maniera pacifica, in particolare con il governo centrale e la sua componente di maggioranza birmana.

Una società che nella fragile democrazia e nella costruzione dello Stato federale inclusivo si trova in un difficile processo di pacificazione nazionale. Deve infatti fare i conti con l’impatto delle ferite passate e presenti causate dai conflitti e con il lato oscuro di un buddhismo birmano patriottico e fondamentalista, che ha promosso un pacchetto di leggi “a difesa della razza e della religione”, volute per colpire in particolare la minoranza musulmana. Le diversità religiose e culturali del Paese rendono pertanto imperativo promuovere il dialogo interreligioso, al fine di trovare un terreno comune per la riconciliazione e contribuire al bene comune. E proprio questo è stato il leit-motiv del primo discorso pronunciato ieri da papa Francesco davanti alle autorità del governo, per “una pace fondata sul rispetto della dignità e dei diritti di ogni membro della società, sul rispetto di ogni gruppo etnico e della sua identità, sul rispetto dello stato di diritto e di un ordine democratico che consenta a ciascun individuo e a ogni gruppo – nessuno escluso – di offrire il suo legittimo contributo al bene comune”.

In questo lavoro di riconciliazione, d’integrazione nazionale e di costruzione del Paese, il Papa ha indicato come le comunità religiose del Myanmar abbiano «un ruolo privilegiato da svolgere».

Un ruolo che la minoranza cattolica si è assunta da tempo: conquistando la fiducia di tutte le comunità religiose, ha facilitato la realizzazione della recente Conferenza di pace di Panglong, una testimonianza importante, davanti al mondo, della determinazione delle religioni a vivere in concordia e a rigettare ogni atto di violenza e di odio perpetrato in nome della fede. Ed è certamente per incoraggiare in questa prospettiva la piccola comunità cattolica che va cercato il motivo della presenza del Papa in Myanmar, così come i frutti del suo passaggio passeranno dal dialogo chiave con i monaci buddhisti che oggi vedrà al Kaba Aye Center.

Anche l’incontro con i rappresentanti delle diverse comunità religiose costituirà un momento molto significativo della visita in Bangladesh. La rotta a Oriente di papa Francesco persegue il dialogo interreligioso. Rotta resa manifesta ieri mattina parlando a braccio in un incontro informale a Yangon con i leader religiosi buddhisti, musulmani, hindu, ebrei, anglicani e cattolici. Perché è il dialogo tra le religioni la condizione imprescindibile per la pace e la chiave per il perseguimento della giustizia.

Ancora una volta il Papa rilancia prospettive di riconciliazione, di unità e di pace che non valgono solo per il quadrante dell’Asia orientale, non solo in Myanmar e in Bangladesh, ma in tutto il mondo si ha bisogno di questa comune testimonianza da parte dei leader religiosi per archiviare pratiche antidialogiche.

La via suggerita dal Successore di Pietro e dalla Santa Sede, nel solco del minimalismo evangelico e del discernimento realista dei contesti, dimostra che è possibile muoversi in tutt’altra direzione rispetto ai cultori di conflitti permanenti, cronicizzati anche da chi in essi trova pretesto di affermazioni identitariste e da chi attenta al dialogo interreligioso sfruttando la religione per giustificare atti di violenza: «Costruite la pace. Non lasciatevi rendere uguali dalla colonizzazione culturale».

Il sussidio Cei. Presepe, albero, corona d’Avvento: tutti i segni verso il Natale

Una statuetta di Gesù Bambino in piazza San Pietro

Una statuetta di Gesù Bambino in piazza San Pietro

Ha come filo conduttore un versetto del Salmo 85 il sussidio Cei per l’Avvento e il Natale. «Il Signore annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli» è il titolo del “vademecum” proposto alle parrocchie italiane e curato dall’Ufficio liturgico nazionale. Si tratta di parole che «ci appaiono la migliore preparazione alla solennità del Natale», spiega nella presentazione il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, il vescovo Nunzio Galantino. Il sussidio – disponibile online sul sito chiesacattolica.it – è una guida per le quattro domeniche di Avvento e per i momenti che marcano il tempo di Natale: la solennità della Natività (25 dicembre), la festa della Santa Famiglia (31 dicembre), la solennità di Maria Madre di Dio (1 gennaio), quella dell’Epifania (6 gennaio) e la festa del Battesimo del Signore (7 gennaio). Per ogni appuntamento vengono proposti sia approfondimenti della Parola, sia alcuni suggerimenti liturgici: dai canti a riti da compiere.

Galantino, nella sua riflessione, chiede che questo tempo propizio sia nel segno di «un ascolto profondo dell’annuncio di pace» e dell’«accoglienza autentica del Verbo incarnato, per rafforzare e confermare sempre più la nostra identità di popolo in cui Egli ha voluto mettere la sua tenda». Riferendosi al sussidio, ricorda che «di fronte a coloro che covano progetti di guerra», che «pronunciano parole cariche di risentimento, animosità, o addirittura disprezzo», «il Signore annuncia la pace». «Anche per noi credenti, che troppo spesso siamo tentati di essere i protagonisti della missione – prosegue il segretario generale della Cei –, le parole del Salmo costituiscono una delicata ammonizione: è il Signore che per primo annuncia». Quindi il monito contro il «facile protagonismo individualistico» e la «spettacolarizzazione emotiva». Inoltre Galantino evidenzia che «il lieto messaggio riguarda innanzitutto “il suo popolo, i suoi fedeli”, non in senso esclusivo, ma nel senso di una responsabilità originaria». Da qui l’invito a «ripetere parole di pace per i poveri, per i disprezzati e gli scartati della storia, e anche per coloro che – con maggiore o minore responsabilità – si rivelano ingiusti e oppressori».

Il sussidio Cei suggerisce una serie di gesti e segni che possono accompagnare nelle comunità il cammino di queste settimane.

Il rito del lucernario e la corona d’Avvento

Durante le domeniche di Avvento si invita a compiere il rito del lucernario, ossia ad accendere le quattro candele – una per ogni settimana – che formano la corona dell’Avvento. La corona sarà posta nei pressi dell’altare. Se l’accensione viene compiuta durante i primi Vespri, il rito può iniziare con la chiesa semi-buia in cui uno dei ministranti porta all’altare una candela accesa. Dopo l’accensione della corona la chiesa verrà tutta illuminata. La corona «è il segno dell’attesa del ritorno di Cristo; i rami verdi richiamano la speranza e la vita che non finisce». Inoltre il progressivo accendersi delle quattro candele, «dedicate a quattro figure tipiche dell’attesa messianica (i profeti, Betlemme, i pastori, gli angeli), è memoria delle varie tappe della storia della salvezza».

La corona d'Avvento in una chiesa

La corona d’Avvento in una chiesa

Il presepe

Si deve a Francesco d’Assisi la diffusione del presepe che il santo allestì per la prima volta a Greccio nel 1223. Secondo il Direttorio su pietà popolare e liturgia, la preparazione della Natività nelle case è «occasione perché i vari membri della famiglia si pongano in contatto con il mistero del Natale». Ecco perché è bene raccogliersi di fronte al presepe «talora per un momento di preghiera o di lettura delle pagine bibliche riguardanti la nascita di Gesù». Nelle parrocchie è opportuno predisporre all’interno della chiesa il presepio fin dalle prime settimane di Avvento, perché «possa contribuire alla preparazione dei fedeli alla solennità del Natale». Va posto «in un luogo visibile, ma non centrale, che non coinvolga l’altare e il presbiterio».

Il presepe in una parrocchia

Il presepe in una parrocchia

La benedizione dei Bambinelli

È stato Paolo VI a benedire per la prima volta durante l’Angelus del 21 dicembre 1969 le statuette del Bambino Gesù e i presepi. «Ci si riscalda al presepio, come ad un focolare di amore buono e puro», aveva spiegato Montini. Da allora tutti i Papi nella terza domenica di Avvento, durante l’Angelus, continuano la tradizione. La Cei consiglia di benedire le statuette anche nelle parrocchie.

Un ragazzo con la statuetta di Gesù Bambino in mano

Un ragazzo con la statuetta di Gesù Bambino in mano

La Novena di Natale

Una delle espressioni più significative della pietà popolare del tempo d’Avvento è la novena di Natale. Il Direttorio raccomanda di solennizzare la celebrazione dei Vespri dal 17 al 23 dicembre con le “Antifone maggiori”: si tratta di sette antifone d’origine latina che cominciano tutte con la “O” («O Sapienza»; «O Adonai»; «O radice di Jesse»; «O chiave di David»; «O (astro) sorgente»; «O Re delle genti»; «O Emmanuel»).

L’albero

Il sussidio Cei consiglia di inaugurare l’albero di Natale nella notte della Natività. Esso evoca sia l’albero della vita piantato al centro dell’Eden, sia l’albero della croce perché Cristo è il vero albero della vita. Secondo gli evangelizzatori dei Paesi nordici, l’albero è cristianamente ornato con mele e ostie sospese ai rami. Il Direttorio avverte che «tra i doni posti sotto l’albero non dovrà mancare il dono per i poveri».

L'albero di Natale in una casa

L’albero di Natale in una casa

L’affidamento delle famiglie

Nella celebrazione del Te Deum del 31 dicembre il sussidio esorta a compiere l’atto di affidamento delle famiglie alla Santa Famiglia di Nazareth. Il testo da utilizzare può essere sia la preghiera del Papa per la famiglia, sia quella alla Santa Famiglia nell’Esortazione apostolica Amoris laetitia.

Papa Francesco con alcune famiglie (L'Osservatore Romano)

Papa Francesco con alcune famiglie (L’Osservatore Romano)

La benedizione dei ragazzi

Il 6 gennaio, solennità dell’Epifania, è anche la Giornata mondiale per l’infanzia missionaria. E l’attenzione ai più piccoli «può essere opportunamente sottolineata con la benedizione dei bambini», avverte il sussidio Cei.

Il Battesimo

Nella domenica che segue il 6 gennaio si celebra la festa del Battesimo del Signore che chiude il tempo natalizio. Il Direttorio raccomanda di ricordare il Battesimo ricevuto «affinché i fedeli siano sensibili a tutto ciò che riguarda il Battesimo e la memoria della loro nascita come figli di Dio». Da qui l’invito a compiere la benedizione con l’acqua benedetta in tutte le Messe e a fare dell’omelia una catechesi battesimale.

Il Battesimo di un bambino (L'Osservatore Romano)

Il Battesimo di un bambino (L’Osservatore Romano)

da Avvenire

 

Camisasca in libreria con «Le dieci parole di Tullio»

Nuova sorpresa in libreria firmata dal nostro Vescovo. Monsignor Massimo Camisasca, invitato dalla casa editrice Mondadori Electa a scrivere un libro per ragazzi sui dieci comandamenti, ha riflettuto a lungo se accettare questa proposta. Alla fine ha immaginato la storia di un ragazzo di undici anni. Dopo numerosi saggi, a 71 anni il Vescovo si è reinventato dando vita a una fiction. Si è messo nei panni di Tullio, un giovane di 11 anni in cui ha parlato del ragazzo che è in lui e dei tanti ragazzi che incontra durante le visite pastorali e per la città.

“Il mio nome è Tullio. Ho 11 anni e frequento la prima media. Mi dicono che sono alto per la mia età, forse un po’ troppo magro. Quello che posso assicurarvi è che ho i capelli rossi e le lentiggini sul volto. E che sono contento di come la mamma mi ha fatto”: così si presenta ai lettori il protagonista dell’interessante espediente narrativo scelto dal vescovo Massimo.

Molti bambini conoscono i dieci comandamenti, ma ne capiscono il vero significato? Percepiscono che sono importanti, ma spesso li sentono lontani da loro, dalla modernità che li circonda.
Pagina dopo pagina, attraverso dieci avventure, Tullio scopre che “…i famosi dieci comandamenti, le dieci parole che Dio ha detto a Mosè sul monte Sinai, sono innanzitutto una voce che abbiamo dentro di noi e che ci insegna a vivere bene e a camminare verso la vera felicità”.

La presentazione del libro si terrà nel teatro parrocchiale di San Pietro, in centro a Reggio Emilia (in via Campo Samarotto) venerdì 1 dicembre alle ore 20.45.

A dialogare con l’autore di “Le dieci parole di Tullio” ci saranno il vescovo emerito di Bresciamonsignor Luciano Monari (recentemente rientrato in diocesi, a Sassuolo) e la storica e saggistaLaura Artioli, con le letture dell’attrice Isabelle Adriani. Coordina Edoardo Tincani.

 

laliberta.info

I santi del 30 Novembre 2017

Sant’ ANDREA   Apostolo – Festa
Bethsaida di Galilea – Patrasso (Grecia), ca. 60 dopo Cristo
All’apostolo Andrea spetta il titolo di ‘Primo chiamato’. Ed è commovente il fatto che, nel Vangelo, sia perfino annotata l’ora («le quattro del pomeriggio») del suo primo incontro e primo appuntamento con Gesù. Fu poi Andrea a comunicare al fratello Pietro la scoperta del Messia e a condurlo in fretta da Lui. La sua pre…
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Sant’ EVERARDO DI STAHLECK   Monaco a Chumbd
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San MIROCLE (MIROCLETO)   Vescovo
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San TADDEO LIU RUITING   Sacerdote e martire
Qunglai, Cina, 1773 circa – Quxian, Cina, 30 novembre 1823
Sacerdote a trentacinque anni, Taddeo Liu Ruiting percorreva i distretti affidatigli per assistere i fedeli sparsi nei villaggi. Arrestato nella Pentecoste del 1821, dopo aver sopportato il supplizio di stare esposto al sole per alcune ore fu lasciato languire in prigione per tre mesi. Condotto nel capoluogo di provincia Tcheou-Tou e condannato a morte, fu i…
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Santa MAURA DI COSTANTINOPOLI   Martire
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San TUTWAL   Abate e vescovo
VI secolo
Tre località della penisola di Lleyn, parte settentrionale della baia di Cardigan, portano ancora oggi il nome di Tutwal, Tugdual o Tual. Questo misterioso santo non compare negli antichi calendari del Galles, ma il suo culto è assai diffuso in Bretagna ove si narra si fosse trasferito con la madre, la sorella ed alcuni monaci a Lan Pabu ed a L…
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San GALGANO GUIDOTTI   Eremita
Chiusdino, Siena, 1150 (?) – Monte Siepi, Siena, 30 novembre 1181
La vita di Galgano Guidotti ricorda i romanzi cavallereschi medievali. Donnaiolo e violento, come tutti gli uomini del suo rango, il senese, nato intorno al 1148, a 30 anni ha un sogno. Sul monte Siepi l’arcangelo Michele lo presenta ai 12 apostoli riuniti in una casa rotonda. Si va a stabilire sull’altura, vi pianta la spada e vive da eremita fino alla mort…
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San GIUSEPPE MARCHAND   Sacerdote e martire
Passavant, Francia, 17 agosto 1803 – Heu, Vietnam, 30 novembre 1835
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San CUTHBERTO MAYNE
Youlston (Cornovaglia, GB), 1544 – Launceston, 30 novembre 1577
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Beato GIUSEPPE LOPEZ PITEIRA   Diacono agostiniano, martire
Cuba, 2 febbraio 1912 – Spagna, 30 nomebre 1936
Diacono agostiniano martire in Spagna, è stato il primo indigeno cubano ad essere elevato agli onori degli altari. E’ stato beatificato il 28 ottobre 2007.
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Beato FEDERICO DA RATISBONA   Confessore
m. Ratisbona, 29 novembre 1329
Il beato Federico nacque a Ratisbona (Germania) da genitori appartenenti alla classe media. Entrato come fratello laico nel convento degli agostiniani, servì la comunità come falegname. Divenne ben presto noto per la sua religiosità, la sua umiltà e la sua ardente devozione per l’Eucaristia. Poco si sa della sua vita, conosciamo però alcune leggende. Quella …
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Beato ALESSANDRO CROW   Martire
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Beati MICHELE RUEDAS MEJIAS E 6 COMPAGNI   Religioso e martire
† Paracuellos del Jarama, Spagna, 30 novembre 1936
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Beato BERENGARIO DE OSTALES   Mercedari
XIV secolo
Illustre cavaliere laico del convento mercdario di San Pietro dei Greci in Teruel (Spagna), il Beato Berengario de Ostalés, seppe onorare l’Ordine e la Chiesa.Quando il 12 luglio 1317 fu eletto come Maestro Generale San Raimondo Albert e che per la prima volta era un chierico, i tradizionalisti che volevano ancora un cavaliere laico elessero Berengario, ma t…
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Beato GUGLIELMO DI PAOLO   Abate venerato a Maniace
Sec. XIV
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Beato LUDOVICO ROCCO (LUDWIK ROCH) GIETYNGIER   Sacerdote e martire
Zarki, Polonia, 16 agosto 1904 – Dachau, Germania, 30 novembre 1941
Il beato Ludwik Roch Gietyngier, sacerdote diocesano, nacque a Zarki, Polonia, il 16 agosto 1904 e morì a Dachau, Germania, il 30 novembre 1941. Fu beatificato da Giovanni Paolo II a Varsavia (Polonia) il 13 giugno 1999 con altri 107 martiri polacchi….
www.santiebeati.it/dettaglio/93071

Beato VINCENZO QUERALT LLORET   Sacerdote vincenziano, martire
Barcellona, Spagna, 17 novembre 1894 – 30 novembre 1936
Vicente (in catalano Vicenç) Queralt Lloret, della Congregazione della Missione (ossia i Padri Vincenziani), impegnato specialmente nelle missioni al popolo e all’apostolato giovanile. Come molti sacerdoti dell’epoca, cercò rifugio, ma venne arrestato in quanto sacerdote. Fu quindi ucciso il 30 novembre 1936, a 42 anni. Posto a capo…
www.santiebeati.it/dettaglio/97464

Beato GIOVANNI GARBELLA DA VERCELLI   Sacerdote domenicano
Mosso Santa Maria, Vercelli, 1205 circa – Montpellier, Francia, 30 novembre 1283
Nato nei primi anni del sec. XIII a Mosso Santa Maria (Vc), conseguita brillantemente la laurea in diritto romano e canonico a Parigi, insegnò a Parigi e poi a Vercelli. Qui nel 1229 entrò nell’Ordine dei Predicatori su consiglio del Beato Giordano di Sassonia e fondò un convento di cui fu anche priore. Ricoprì diversi incarichi e dal 1264 fu Maestro dell’Or…
www.santiebeati.it/dettaglio/90819

Beato GIUSEPPE (JOSè) OTIN AQUILUè   Sacerdote salesiano e martire
Huesca, Spagna, 22 dicembre 1901 – Valenza, Spagna, novembre 1936
www.santiebeati.it/dettaglio/92923

Siria: Unicef, “circa 200.000 bambini intrappolati sotto assedio a Ghouta orientale”

La violenza, lo scarso accesso umanitario e i prezzi del cibo alle stelle stanno aggravando la malnutrizione tra i bambini nella parte orientale di Ghouta (Siria), sotto assedio. Circa 400.000 persone – la metà delle quali è stato stimato sono bambini – sono intrappolate nell’area, sotto assedio da metà del 2013. Lo denuncia in una nota l’Unicef che riporta i dati di una recente indagine condotta ad inizio novembre su 27 località nell’area orientale di Ghouta: l’11,9% dei bambini sotto i 5 anni soffrono di malnutrizione acuta, oltre un terzo dei bambini dell’indagine soffre di rallentamenti della crescita, che aumenta i rischi di ritardi nello sviluppo, di contrarre malattie e di morire. I tassi di malnutrizione acuta tra i bambini molto piccoli sono tra i più alti. Madri di bambini con meno di due anni, secondo quanto riportato, hanno ridotto o interrotto l’allattamento a causa della loro scarsa nutrizione e della costante violenza. La rapida crescita dei prezzi del cibo di base e degli utensili per cucinare hanno reso per la maggior parte delle persone molto difficile preparare un pasto. Il prezzo di una porzione minima di pane costa 85 volte di più a Ghouta orientale che a Damasco – che si trova a soli 15 chilometri di distanza. Ad agosto, il pane costava 24 volte di più a Ghouta orientale che a Damasco. Oggi una bombola di gas a Ghouta orientale costa 300 dollari rispetto ai 44 nella capitale. “L’assedio deve essere interrotto per garantire subito l’assistenza salva vita di cui hanno bisogno”, ha dichiarato Geert Cappelaere, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Questo sensibile incremento della malnutrizione – se fossero necessarie ulteriori prove – conferma che l’acuirsi delle violenze e l’assedio hanno rovinato la salute dei bambini. Chiediamo un accesso umanitario senza impedimenti, incondizionato e sostenuto ai bambini in Siria, non importa dove essi trovino”.

agensir.it